Ilaria Pasqualetti – Stati d’Animo
Sono libera di esprimere i miei giudizi come tutti, se a qualcuno non va bene può anche evitare di dirmi le cose se quello che vuol sentirsi dire è diverso da ciò che penso.
Sono libera di esprimere i miei giudizi come tutti, se a qualcuno non va bene può anche evitare di dirmi le cose se quello che vuol sentirsi dire è diverso da ciò che penso.
Nel momento in cui ti abitui ad una presenza, poi sei costretto a fare i conti anche con la sua mancanza.
È normale avere paura di essere o diventare “normale”.
Io non amo lo standardismo.
La sensibilità accende l’anima, ma quando è indomabile fa male al cuore.
Un solo passo conta. Quello che la tenerezza fa verso il cuore.
Mi annido nella tempesta. È così simile la mia voce allo schiantarsi della marea. Assale. Mi unisco alle fragilità del mondo, situandomi tra cocci e schegge, riversa tra le scaglie e le tessere dell’infinitamente piccolo. Il respiro si schiude come stoffe strappate oltre le cuciture che lasciano piovere, disobbedendo al sole e all’asciutto. Sfoggio la tristezza sulle onde che ripassano, dimentiche di acqua e del loro stesso movimento e ritornare verso l’alto è argento. Vivo. A malapena. Le risacche mi pèrdono. Il mio cuore ha messo in conto un perdòno silenzioso che non infastidirà nessuno. Con l’anima fuori misura, smisurata, addirittura. Mentre c’è chi cura la lontananza, io mi raccolgo e mi tengo vicina. Litri di bufera mi annegano. Mi ritiro nel mio ordine discreto.