L’amore, e la ricerca esistenziale dello stesso, è dominato dall’incoerenza più feroce; si ama ciò che non conviene! Ciò lo connota di drammaticità eterna. Più che alla ricerca d’amore si è alla ricerca di dolore per perpetuare l’essenza della coincidenza tra il sentimento e la sofferenza. Non si ama per amare, ma per trovare la difficoltà nell’amore, giustificando così ogni fallimento amoroso, ogni distruzione di coppia, la tendenza al tradimento o agli amori facili che sbocciano da un giorno all’altro, facendo progredire solo il gusto e l’istinto e bandendo ogni forma di razionale coscientizzazione dei sentimenti. Non si ama l’altro, ma se stessi sopra ogni cosa, perseguendo una tendenza narcisistica, la definirei un’impotenza sentimentale che si avvale della quantità per supplire alla mancanza di qualità. Non si scelgono persone, ma vittime, in un circolo vizioso che ci rende apparentemente carnefici, rimanendo, in verità, vittime a nostra volta.