Irene Carlozzi – Destino
Si può sfuggire alla propria vita… Ma non a se stessi.
Si può sfuggire alla propria vita… Ma non a se stessi.
Se disgrazia colpisce unico consolo è pensare al peggio.
La sua vita non gli apparteneva più: era nelle mani del destino che se ne era appropriato un po’ alla volta, lasciandolo esausto ed inerme. Fu così che iniziò a nutrirsi del disprezzo che aveva verso se stesso per ciò che avrebbe potuto e che non aveva mai fatto e come un avvoltoio si avventò su ciò che di buono era rimasto: fu la fine:.
E fu cosi che il “sogno” incontrò la “realtà” e disse: ora il “mio” sogno è la “tua” realtà…
Li chiamano vagabondi, io li ho sempre visti come i messaggeri dell’anima. Fermatevi e Ascoltate i loro silenzi!
Gli audaci non sono affatto aiutati dalla fortuna, anzi rischiano e spesso ci rimettono il collo. I pigri, invece, sono tali proprio perché la fortuna ha concesso tutto a loro.
Gli dèi giocano con la nostra vita come un fanciullo vicino a uno stagno spinge al largo la sua barchetta ogni volta che le onde la riportano vicino a riva.