Johann Christoph Friedrich von Schiller – Stati d’Animo
Spesso penso a quante cose avrei da raccontarti, e riesco a esprimere così poco perchè sono vissuto quasi sempre da solo.
Spesso penso a quante cose avrei da raccontarti, e riesco a esprimere così poco perchè sono vissuto quasi sempre da solo.
Fu una doccia fredda. […] Non volevo sprofondare dentro me. La voce di quel bisogno cominciava a essere troppo forte.
Mi servirebbe un’altra me stessa per contenermi tutta.
Non vivo in me stesso, ma divengo parte di ciò che mi circonda; e per me, i monti elevati sono un sentimento, ma il brusio delle città umane una tortura: vedo nulla di odioso nella natura, eccetto l’essere una maglia riluttante di una catena carnale, tra le creature collocato, quando l’anima può fuggire, e con il cielo, le vette, l’ansante pianura dell’oceano, o delle stelle, può unirsi, e non invano.
Per alcuni l’infelicità deriva dalla nostalgia degli errori trascorsi, perché in fondo nell’errare vigeva quella libertà che fu strappata alla gioventù e imprigionata dalla medaglia della maturità.
Il rimorso è una virtù del dopo, sorge quando tutto è già avvenuto. È una virtù crepuscolare, sgorga quando l’azione è compiuta e, spesso solo dopo che è passato molto tempo.
Fanno sorridere le cose più semplici, le cose che nascono spontanee e in modo istintivo. Fanno sorridere le sane compagnie quelle vere e sincere.