Johann Wolfgang Goethe – Progresso
Quale saggia o stupida cosa potrebbe mai ideare l’uomo che non sia già stata concepita da secoli?
Quale saggia o stupida cosa potrebbe mai ideare l’uomo che non sia già stata concepita da secoli?
Apologia del passato per non far caso a questo patetico presente. Che poi il passato pure era patetico… solo che ormai è passato, e si sa che la memoria fa brutti scherzi.
Che mondo di supereroi. Ora, in blu e in rosso, come la batmobile per Batman, più o meno, Superman ha la supermozzarella.
Noi non conosciamo le persone quando vengono da noi; dobbiamo andare noi da loro per sapere quel che sono.
Non guardo ciò che sta in primo piano ma osservo lo sfondo, per vedere quello che c’è dietro le apparenze e che non viene considerato perché volutamente messo e lasciato in secondo piano. Infondo, ignorare ciò che sta in fondo, è come voler sottovalutare che il cielo tiene la terra.
Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com’era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento.
Ogni parola che si pronuncia fa pensare al suo contrario.