Johann Wolfgang Goethe – Religione
Tutto ciò ch’è frutto d’arbitrio, di presunzione, cade da se e resta la necessità, resta Dio.
Tutto ciò ch’è frutto d’arbitrio, di presunzione, cade da se e resta la necessità, resta Dio.
Non è che io non accetti Dio, Alësa; soltanto, gli restituisco rispettosamente il biglietto.
La vita ci insegna ad essere meno duri con noi stessi e con gli altri.
Wisst ihr, wie ich gewiss euch Epigramme zu Scharen fertige, führet mich nur weit von meiner Liebsten hinweg.Sapete come vi darei epigrammi a non finire? Basta portarmi via, lontano dal mio amore.
Quando uno dice: “Io sono di Paolo”, e un altro: “Io sono di Apollo”, non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Non c’è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
L’estremo del dolore, come l’estremo della felicità, muta l’aspetto di tutte le cose.
L’uomo potrebbe essere “l’anello finale” di una catena evolutiva di origine animale. Quindi Adamo ed Eva potrebbero essere stati, invece che i perfetti individui che immaginiamo, due scimmie di una particolare specie. Questa ipotesi non toglierebbe nulla alla veridicità né delle teorie di Darwin e né di quanto sostenuto nella Bibbia.