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John Green – Libri

Il dolore però non è passato. Era sempre lì, e mi tirava dentro, pretendeva di essere sentito.

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  • Anonimo – Libri

    Vivere è stata la medicina del primo periodo, anche se era ovvio che non sarebbe bastata; ma all’inizio avere i miei tempi, passeggiare senza fretta, ascoltando il mio passo, mi ha aiutato ad eliminare i piccoli tormenti. Diventavano effimeri. Affrontavo ogni cosa in maniera differente. Ero più attanto. Trovavo la felicità nel concedermi del tempo per pensare, per ascoltarmi e per ascoltare. Prima facevo continuamente cose per distrarmi da me e dalla mia vita, invece ora facevo il contrario. Appena potevo scappavo subito da me, e godevo della mia compagnia, dei miei pensieri e delle mie domande. Mi sentivo come se mi fossi fidanzato.

  • Federico Moccia – Libri

    Voglio comprare una scatola, di quelle di cartone rigido coi disegni dei fiori sopra. Grande, grandissima, per metterci dentro le cose che da quest’anno non userò più. Perché mi sento un po’ più grande. Sono tante, quelle cose. Per esempio le Bratz, le Winx, i libri di Lupo Alberto, le magliette di Pinko Pallino che mia mamma mi comprava sempre anche se a me facevano rabbia, i diari segreti quelli col lucchettino che ho riempito di adesivi e scrittine varie, i libri di Geronimo Stilton, i dvd dei cartoni animati, le foto delle elementari, il calendario con la mia faccia di quando avevo cinque anni, vestita da Carnevale, bruttissima, la scatola con le perline per fare i braccialetti, il matitone di plastica delle Bratz, l’astuccio con le matite di cera, i cerchietti per i capelli coi fiori di plastica. Tutto quello che ora mi sembra inutile. Anche se ho quasi quattordici anni! Mi sento diversa da quando quelle cose mi sembravano tutto.