Jonathan Franzen – Libri
L’essenza della narrativa è il lavoro solitario: il lavoro della scrittura, il lavoro della lettura.
L’essenza della narrativa è il lavoro solitario: il lavoro della scrittura, il lavoro della lettura.
Era un uomo riservato, e benché vivesse di ricordi non parlava quasi mai del passato.
I suoi occhi sono chiusi. Come se si riposasse da una ferita senza fine. Quando lui dorme dimentico il colore dei suoi occhi ed a quel punto capisco che non è il suo viso l’ostacolo che ci impedisce di amarci, no, non il suo viso, no. Lo scopro grazie a lui.
La bellezza è un soffio rispetto al vento della realtà.
Noi siamo felici quando mangiamo. Quando viene mio zio che fa il carabbiniere, vuole sempre che io mi lavo le mani, prima di mangiare, ma io faccio finta di andare nel bagnio, perché mi sfotto di lavarmi le mani! (da “Io speriamo che me la cavo”)
“Quando uso una parola”, Humpty Dumpty disse in tono piuttosto sdegnato, “essa significa esattamente quello che voglio – né di più né di meno.””La domanda è”, rispose Alice, “se si può fare in modo che le parole abbiano tanti significati diversi.””La domanda è,” replicò Humpty Dumpty, “chi è che comanda – tutto qui.”
Non ricordo esattamente quando decisi che Konradin avrebbe dovuto diventare mio amico, ma non ebbi dubbi sul fatto che, prima o poi, lo sarebbe diventato. Fino al giorno del suo arrivo io non avevo avuto amici. Nella mia classe non c’era nessuno che avrebbe potuto rispondere all’idea romantica che avevo dell amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio bosogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato volentieri la vita. Ho esitato un po’ prima di scrivere che “avrei dato volentieri la vita per un amico”, ma anche ora, a trent’anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l’avrei fatto quasi con gioia.