Keith Haring – Arte
Tutte le volte che creo qualcosa, penso alle persone che stanno per vederlo e tutte le volte che vedo qualcosa, penso alla persona che l’ha fatto.
Tutte le volte che creo qualcosa, penso alle persone che stanno per vederlo e tutte le volte che vedo qualcosa, penso alla persona che l’ha fatto.
Purtroppo, sui giornali e Tv, la bellezza non abbonda quanto il cattivo gusto. Per la magia di un solo passo di danza occorre pazientare insonni, come guardinghe sentinelle della notte. Cenerentola di ogni palinsesto televisivo, la danza classica finisce nella programmazione agostana in terza serata, lontana dagli sguardi dei bambini, quasi ne turbasse le coscienze.
Noi siamo gli archivi digitali del Pilocene africano, persino dei mari devoniani; siamo custodi della…
Non mi interessa l’uomo! Mi interessa l’eccesso dell’uomo come dell’arte, mi interessa l’eccesso dell’arte.
L’essenza del classicismo è venire dopo. L’ordine presuppone un certo disordineche esso viene a sistemare.
L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro.
Da Carmelo Bene, abbiamo appreso l’arte del disapprendere,dello sperpero dell’arte, della generosità autentica di chi è uscito dalla catena di montaggio. Dobbiamo a questo genio la lezionedi un arte che non consola, che non si arruffiana con il potere,che considera l’individuo non come facente parte di un socialecatalogato e omologato. Quando lo ascolti non sai cosa voglianodire quei testi. Il fatto è che nell’istante in cui Carmelo Benepronuncia una parola, in quell’istante, tu sai cosa vuol dire,un istante dopo: non lo sai più. Così il significato del testoè una cosa che percepisci, si, ma nella forma aereadi una sparizione. Lui diventa quelle parole e quelle parolenon sono più parole, ma voce. E suono che accadediventa ciò che accade, e dunque tutto… e il resto non è più niente.