Laura Saitta – Frasi d’Amore
Se l’amore fosse quantificabile in istanti, spetterebbe ai baci scandirne gli attimi.
Se l’amore fosse quantificabile in istanti, spetterebbe ai baci scandirne gli attimi.
“Nel tuo cuore non trovo molto spazio…””C’è lei incastrata fra i ricordi, che non vuole andare via””Ti ha reso felice, lo so. Il tuo” tesoro “è andato via… ma tu… non lo capirai… mai…”
Ripenso ai momenti vissuti insieme, giorno dopo giorno, e ora il nulla, il niente, penso a quello che eravamo insieme e adesso non siamo più niente. Dovrei odiarti, ma ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Potrei avere mille altri uomini, ma io e lui che volevo, solo lui, di tutto il resto non mi importava nulla, se non ho potuto avere lui, allora non voglio nessun altro, nessuno se non lui.
Le persone vanno accettate e vissute per come sono. Se riesci ad amare così, ami…
Tutti vorrebbero essere uguali a noi, ma io vorrei essere che noi fossimo così diversi.
Non voglio svendere nulla di me: timori, vizi, difetti, pazzie. Nulla che mi riguardi andrà all’asta, vedere le mie cose in mano a qualcun altro, ad uso e consumo di funzionalità scellerate, inesperte, mi nausea al sol pensiero. Mi tengo tutto stretto, stretto con la cascata dei miei egoismi e la mia sete di possessività, radunare, compulsivamente e far mucchio per sopperire alla carestia. Così, faccio con i miei stessi sentimenti; accumulo ogni sensazione, ogni emozione per colmare l’aridità di certi cuori, la frigidità di certe carezze.
Zia Giovanna fu una persona senza tante aspirazioni, la sua dedizione alla famiglia era straordinaria. Non si era mai sposata. In casa godeva di grande considerazione, correva ad aiutare fratelli e sorelle se erano in difficoltà. Dopo la morte di mio padre fummo accolte in casa dei nonni e, crebbi accanto a zia Giovanna giorno per giorno. Quando ero piccola mi teneva sulle sue ginocchia e m’insegnava a pregare, se uscivamo mi prendeva in braccio e per me non aveva fame ne freddo. Spesso andavamo a trovare i genitori di mio padre e lei era sempre con noi. Un tempo i treni erano diversi da oggi, in ogni scompartimento c’era una porta, io amavo guardare il paesaggio mentre il treno era in corsa. Avevo 4 o 5 anni, come al solito ero davanti al finestrino della porta. Zia Giovanna mi teneva stretta dalle spalle del vestito, ad un tratto mentre il treno correva, la porta si spalancò e, se quell’angelo non mi avesse tenuta sarei volata via. Ero spaventata, la zia mi tenne stretta stretta. Oggi che non c’è più non smetto di dirle grazie.