Lein Werrit – Successo
Dicono che dovrei muovermi di più, fare di più, bruciare al sole. Ma immoto e silenziosamente vi assicuro che ho conquistato vuoti dove ben pochi vi son giunti. E quei pochi, le hanno chiamate vette.
Dicono che dovrei muovermi di più, fare di più, bruciare al sole. Ma immoto e silenziosamente vi assicuro che ho conquistato vuoti dove ben pochi vi son giunti. E quei pochi, le hanno chiamate vette.
Ma allora: come fa a non andare tutto bene? Certo. Io sono un vincente. Sono uno di successo. Ma la parola “successo” ha un prefisso come tanti (su), ma un suffisso come pochi (cesso). Non è quindi soltanto l’anelito di uno stitico cronico, ma è anche qualcosa che comporta una pulizia e una depurazione. Oppure è un qualcosa che implica che per ogni risultato clamoroso, dietro c’e sempre una componente di merda. Sempre.
Negli affari di questo mondo gli uomini si salvano non per la fede, ma per la diffidenza.
Non sei sfortunato, nessuno boicotta la tua felicità. Se sul tuo percorso ci sono più ostacoli rispetto a quello degli altri, è solo perché sei destinato a diventare migliore di loro.
Gli individui che fanno propria la modalità di vita dell’avere, godono della sicurezza ma sono per forza di cose insicuri. Dipendono da ciò che hanno come denaro, aspetto fisico, potere, beni, in altre parole in qualcosa che è al di fuori di loro. Ma che ne è di loro se perdono ciò che hanno? Se quindi sono ciò che ho e ciò che ho è perduto, chi sono io?
La realtà è la mentalità dominante.
Mi ricordo di quando andavo allo studio di registrazione: c’era un parco al di là della strada e io vedevo tutti i bambini giocare. Piangevo perché mi rendeva triste sapendo che avrei dovuto lavorare.