Lella Mei – Figli e bambini
Se non sei pronta la sacrificio, senza che esso ti pesi, non sei pronta ad essere madre.
Se non sei pronta la sacrificio, senza che esso ti pesi, non sei pronta ad essere madre.
Eravamo piccole, io avevo sette anni e mia sorella nove. Mio padre non era cattivo, solo non era fatto per la famiglia: non c’era quasi mai in casa e quando c’era non vedeva l’ora di andar via. E poi Milano gli stava stretta. Ma ci faceva un sacco di regali quando veniva a trovarci, poi stava un paio d’ore, litigava con mia madre e se ne andava via per altre due settimane. Quando hanno divorziato non è cambiato poi molto.
Avere fretta di esser grandi, e poi rendersi conto che in fondo così bello non è, e si cerca di portarsi dentro quella spensieratezza che solo da bambini si può avere.
“E tu chi sei?” “Mi chiamo Mattia, piacere di conoscerti. In verità ci siamo già conosciuti, ma eri una scricciola di otto o nove anni, forse non ti ricordi.”
Da piccolo si imparano le cose essenziali della vita: impari a parlare, a camminare e ad a amare, poi i compromessi, la vecchiaia e le delusioni distruggono ciò che hai appreso.
Sarà anche dei venti, il mutare sarà del tempo, il passare, sarà anche quel cielo discosto che ha ripudiato, il colore del mare, mi è difficile comunque udire chiamare figlio un cane, quando c’è un bimbo che piange perché gli manca il padre.
Vorrei poter vedere tutto con gli occhi di un bambino, solo per respirare aria pulita.