Arthur Conan Doyle – Libri
Dovessi mai sposarmi, Watson, voglio sperare di riuscire a ispirare a mia moglie sentimenti tali che le impedirebbero di lasciarsi portar via docilmente da una governante qualora il mio cadavere giacesse a pochi metri.
Dovessi mai sposarmi, Watson, voglio sperare di riuscire a ispirare a mia moglie sentimenti tali che le impedirebbero di lasciarsi portar via docilmente da una governante qualora il mio cadavere giacesse a pochi metri.
A me interessa parlare di temi importanti: la vita, la morte, l’esistenza di Dio, il libero arbitrio. Il fantastico non è fine a se stesso, ma sostiene e dà corpo al realismo… Non abbiamo bisogno di liste di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, abbiamo bisogno di libri. “Non devi” è presto dimenticato, “c’era una volta” durerà per sempre.
Anche tu probabilmente hai una notte insonne.
Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l’alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno. Mi costringerai ad essere attento. Degno dell’amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione… non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell’amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell’innamoramento c’è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima… “
È la spassosissima storia d’amore tra Kevin e Sara. Lui affascinante attaccante lanciato verso il successo; lei dolce e bella ventitreenne irrimediabilmente innamorata, sempre in bilico tra illusione e realtà. Si conoscono, si amano, si perdono, si ritrovano: un’altalena dai toni leggeri e gentilmente malinconici, un romanzo esilarante e commovente al tempo stesso. I personaggi sono reali, ti emozionano e ti coinvolgono! I dialoghi sono frizzanti e mai noiosi. C’è un condensato di ironia, dolcezza, e tenerezze. La viva traccia di un sentimento che si perde tra mini vertiginose, maglie strizza-tette, colpi di vernice e comparsate a Uomini e donne… un amore unico… Ma chissà se, davvero, si chiamava amore.
Non avevo interessi. Non riuscivo ad interessarmi a niente. Non avevo idea di come sarei riuscito a cavarmela, nella vita. Agli altri, almeno, la vita piaceva. Sembravano capire qualcosa che io non capivo. Forse ero un po’ indietro. Era possibile. Mi capitava spesso di sentirmi inferiore. Volevo solo andarmene. Ma non c’era nessun posto dove andare. Il suicidio? Gesù Cristo un’altra faticata. Avevo voglia di dormire per cinque anni di fila, ma non me lo permettevano.
Parlava in continuazione e quando non aveva più nulla da dire, canticchiava. Non ho incontrato nessuno che avesse così tanta paura del silenzio.
In generale una frase, per bella e profonda che sia, agisce soltanto sugli indifferenti, ma non sempre può appagare chi è felice o infelice; perciò, suprema espressione della felicità o dell’infelicità appare più spesso il silenzio.
Ci sono cose che il destino si propone ostinatamente. Invano gli attraversano la strada la ragione e la virtù, il dovere e tutto quello che c’è di più sacro: qualcosa deve accadere, che per lui è giusto, che a noi non sembra giusto e possiamo comportarci come vogliamo, alla fine è lui che vince.
Tutti i racconti belli, uditi o letti – una fonte infinita di bevanda immortale, cola per noi dall’orlo del cielo…
“Non raccontatelo a nessuno, ma io nel giorno del Dio pagano del sole, Ra, mi inginocchio ai piedi di un antico strumento di tortura e ingerisco simboli che stanno per sangue e carne.”Gli studenti erano attoniti.Langdon fece spallucce. “Se volete saperne di più, venite nella cappella dell’università domenica prossima, inginocchiatevi davanti ai piedi del crocifisso e fate la comunione.”Il silenzio era generale.Langdon aveva strizzato l’occhio ai ragazzi. “Aprite la mente: abbiamo tutti paura di ciò che non comprendiamo.”
Così erano sempre andate le cose: più l’uomo imparava, più si rendeva conto di non sapere.
Parla di noi anziani. Racconta di come abbiamo vissuto e sofferto queste terribili esperienze fatte di una forzata convivenza, dove noi, gente inferme e malata di solitudine, veniamo abbandonati alla mercè di chi non sa! Noi piangiamo i nostri figli che tanto abbiamo amato. Sappiamo che loro non hanno colpa di questo, ma siamo coscienti che sarà stata colpa di qualcuno. Forse…
S’avvicina il NataleGesù portami viala tua è la più bella bugiache possa allettare un mortale.
Folletti scavano nella terra, elfi intonavano canzoni negli alberi: queste erano le evidenti meraviglie racchiuse in un libro, eppure dietro di loro si nascondeva il vero miracolo: nelle storie, le parole possono comandare alle cose di esistere.
Il futuro è fatto di aria e di nebbia, finché non diventa presente, solo il passato è certo e conosciuto.
“Io non sono nessuno” disse amaramente “solo carne da frusta” la francese lo guarò sorpresa, ma non si lasciò convincere dalla sua amarezza, “In passato un’altro uomo che si faceva chiamare Nessuno, riuscì a tener testa a Calliope”.