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Libri

  • David Nicholls – Libri

    “E forse ora non è il momento giusto, chissà, sono convinta che devi andare in Cina o in India, dove ti pare, e ritrovare te stesso, e intanto io me la sfangherò qui, felice come un pasqua. Non voglio accompagnarti, non voglio una cartolina alla settimana, non voglio neanche avere il tuo numero di telefono. Non voglio sposarmi e avere figli da te. Abbiamo passato una bellissima notte assieme, tutto qui. E se in un futuro ad un party o che so io per caso c’incontreremo, ben venga. Faremo un chiacchierata come due vecchi amici. Non saremo imbarazzati perche mi hai palpato le tette, tutto filerà liscio come l’olio, e in ogni caso noi due non faremo una piega, giusto? Sarà soltanto una rimpatriata fra due… amici. Promesso?” (…) Lui le posò una mano leggera sulla nuca e nello stesso istante lei gli appoggiò una mano leggera sul fianco, e si baciarono lì per la strada in mezzo alla gente che correva a casa nella luce estiva, il bacio più dolce che mai avrebbero provato nella loro vita. Ecco dove inizia tutto. Tutto parte da qui, oggi. Em e Dex, Dex e Em”.

  • Libero Ciapparelli – Libri

    Spazio RiflessioneEsiste lo spazio inespresso.Se costruisci una casain questo spazio inespresso,le sue mura ne racchiudono una parte.Quella parte di spazio racchiuso esprime:conforto – ristoro – ospitalità – protezione -contatto con l’esterno attraverso aperture e chiusure.Un evento fa crollare la casae con essa si dissolvono le sue espressioni,mentre la parte di spazio racchiuso non dissolve,ricongiungendosi allo spazio inespresso.L’Anima(interiormente percepita)è comeun Silente Spazio Infinito,non ha origine e non ha fine.Essa vive esprimendosi attraverso la Natura.L’Universo – il Mare – la Montagna – la Valle- il Fiume – il Sasso – l’Albero – il Fiore -l’Aria – le Nuvole – gli Animali -il tuo Corpo con le sue Emozioni, Pensieri e Azioni;sono “le mura delle case” che indicanole molte parti espressive delSilente Spazio Infinito.La Menteesprime la conoscenza della Vitaattraverso concetti e congettureche sono le “mura-pensiero”costruite ad indicare le infinite partidel proprio Spazio Anima.L’Uomo creando assiomi e dogmicristallizza i concetti e le congettureassumendo atteggiamenticon espressioni e azioni innaturali.Poiché è come se volessi affermareche la Vita si esprime nell’essere aggrappataall’interno dello spessore delle “mura-concetto”e non nello spazio che esse indicano nel racchiuderlo.Tutto ciò accadde per qualsiasi dottrinareligiosa, sociale, culturale, personale.Fino a che lo scopo della tua vita è quellodi rafforzare sempre più l’appartenenza dell’essere:Musulmano – Ebreo – Cristiano – Buddista – Induista -Democristiano – Comunista – Socialista – Anarchico -Radicale – Verde – ed infiniti altri distinguo espressivi;non potrai percepire la ri-conciliazione e l’unionecon la Natura della tua Esistenza.Perderai sempre piùil senso di Comunione Universalecon qualsiasi espressione vivente.Solo recuperando in semplicità, il coraggiodi lasciar “Fluire” nello Spazio Interiore,il tuo “Consapevole Cuore”ti esprimerai secondo Natura.Uomose lungoil percorsodella tua Esistenzasciogli (come neve al sole)ogni affermazione d’appartenenzadell’Essere ai vari distinguo,ristorandoti Consapevolmentenell’abbraccio dell’Animaconoscerai che:il tuo corpole tue azionii tuoi pensierisonole mura della casache racchiudono partedi quell’Infinito Spazio Interiore.Nel tuo “Cuore” percepirail’espandersi dell’eterna brezza.Poichéqualsiasi evento potrà far crollareil tuo corpo coi tuoi pensieridissolvendo le tue azioni,ma nonl’Infinito Silente Spaziopercepito nella tua Consapevolezza.

  • Philippa Gregory – Libri

    Non Potevo sistermarmi senza Daniel,Perché lo amavo. L’avevo amato fin da quando avevamo litigato davanti alla porta di Whitehall palace e da quel momento mi erano piaciute la sua fermezza, la sua fedeltà e la pazienza che aveva avuto con me. Avevo l’impressione di essere cresciuta con lui. Mi aveva vista entrare come buffone a corte, essere devota alla regina e affascinata dalla regina Elisabetta. Aveva visto la mia infantile adorazione per il mio signore e notato i miei sforzi per diventare la donna che ero adesso. L’unica cosa che non aveva visto. L’unica cosa che non gli avevo mai permesso di intuire era la soluzione di questa battaglia interiore: Il momento in cui avrei detto “si sono una donna e amo quest’uomo” tutto ciò che era accaduto a Calais si dissolveva davanti a quell’unica realtà. Ora che sapevo di amarlo e che avevo capito che forse per me era troppo tardi per dirglielo, non importavano più né l’ingerenza delle sua madre né la malizia delle sue sorelle, né la sua innocente stupidità nel pensare che avremmo potuto vivere felici sotto un unico tetto. Lui forse era morto. Se fosse morto, non avrebbe avuto alcuna importanza il fatto che era andato a letto con un’altra donna: la perdità più grande offuscava il tradimento più piccolo. Avevo perso Daniel e solo ora che avevo scoperto di averlo sempre amato.

  • Alessandro Baricco – Libri

    Così, senza saperlo, ereditiamo l’incapacità verso la tragedia, e la predestinazione alla forma minore del dramma: perché nelle nostre case non si accetta la realtà del male, e questo rinvia all’infinito qualsiasi sviluppo tragico innescando l’onda lunga di un dramma misurato e permanente – la palude in cui siamo cresciuti. È un habitat assurdo, fatto di dolore represso e quotidiane censure. Ma noi non possiamo accorgerci di quanto sia assurdo perché come rettili di palude conosciamo solo quel mondo, e la palude è per noi la normalità. Per questo siamo in grado di metabolizzare incredibili dosi di infelicità scambiandole per il doveroso corso delle cose: non ci sfiora il sospetto che nascondano ferite da curare, e fratture da ricomporre. Allo stesso modo ignoriamo cosa sia lo scandalo, perché ogni eventuale devianza tradita da chi ci sta attorno la accettiamo d’istinto come un’integrazione solo inattesa al protocollo della normalità.

  • Alessandro Baricco – Libri

    Nel corredo della normalità d’ordinanza è dato, irrinunciabile, il fatto che siamo cattolici – credenti e cattolici. In realtà quella è l’anomalia, la pazzia con cui ribaltiamo il teorema della nostra semplicità, ma a noi pare tutto molto ordinario, regolamentare. Si crede, e non sembra esserci un’altra possibilità. Ciò nondimeno, si crede con ferocia, e fame, non di una fede tranquilla, ma di una passione incontrollata, come un bisogno fisico, un’urgenza. È il seme di una qualche follia – l’addensarsi evidente di un temporale all’orizzonte. Ma padri e madri non leggono la burrasca in arrivo, solo invece il falso messaggio di una mite acquiescenza alle rotte della famiglia: così ci lasciano andare al largo.

  • Alessandro Baricco – Libri

    Abbiamo tutti sedici, diciassette anni – ma senza saperlo veramente, è l’unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato. Siamo molto normali, non è previsto un altro piano che essere normali, è un’inclinazione che abbiamo ereditato nel sangue. Per generazioni le nostre famiglie hanno lavorato a limare la vita fino a toglierle ogni evidenza – qualsiasi asperità che potesse segnalarci all’occhio lontano. Col tempo hanno finito per avere una certa competenza nel ramo, maestri di invisibilità: la mano sicura, l’occhio sapiente – artigiani.

  • Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran) – Libri

    Il primo bacio.È il primo sorso che si beve dalla coppa del nettare della vita, che la dea ha riempito per noi. È la linea divisoria tra il dubbio che intrica lo spirito e rattrista il cuore, e la certezza che inonda di gioia l’io. È il primo inizio del canto della vita e il primo atto del dramma dell’Uomo considerato nella sua Idea. È il vincolo che unifica l’estraneità del passato con la luminosità del futuro; il nesso tra il silenzio dei sentimenti e il loro canto dispiegato. È una parola espressa da quattro labbra che dichiarano il cuore un trono, l’amore un re, e la fedeltà una corona. È il tenero tocco delle delicate dita di una brezza sulle labbra della rosa, che s’esprime in un sorriso di appagamento e in un dolce gemito.È l’inizio di quella magica vibrazione che trasporta gli innamorati dal mondo dei pesi e delle misure al mondo dei sogni e delle rivelazioni.È l’unione di due fiori odorosi; e la mescolanza delle loro fragranze verso la creazione di una terza anima.Come il primo sguardo è come un seme che la dea ha lanciato nel campo del cuore umano, così il primo bacio è il primo fiore dell’estremità del ramo dell’Albero della Vita.

  • Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran) – Libri

    Voi lavorate per stare al passo della terra e dell’anima della terra.Giacché essere pigri è estraniarsi dalle stagioni, uscire dalla processione della vita che solenne e in fiera sottomissione avanza verso l’infinito.Quando lavorate siete un flauto nel cui cuore il mormorio delle ore diviene musica.Chi tra voi ambirebbe essere una muta canna silente, quando ogni altra cosa canta all’unisono?Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura.Ma io vi dico che lavorando esaudite una parte del sogno più remoto della terra, a voi affidato allorché quel sogno nacque,e sostenendovi con la fatica voi in verità state amando la vita,così, l’amarla sforzandovi nel lavoro è entrare in comunione col suo più riposto segreto.Ma se nella vostra pena definite il nascere un’afflizione e il sostentamento della carne una maledizione scritta in fronte, allora vi rispondo che nulla fuorché il sudore della fronte potrà cancellare quel che vi sta scritto.Vi è stato anche detto che la vita è tenebra, e nella stanchezza fate eco a ciò che gli stanchi han detto.Ma io vi dico che la vita è invero tenebra se manca il desiderio.E ogni desiderio è cieco se manca la conoscenza,e ogni conoscenza è vana se manca il lavoro,e ogni lavoro è vuoto se manca l’amore;e quando lavorate con amore voi vincolate voi stessi a voi stessi, e l’uno all’altro, e a Dio.Cos’è, lavorare con amore?È tessere un panno con fili del vostro cuore, come se quel panno fosse per chi voi amate.È costruire con affetto una casa, come se ad abitarvi dovesse entrarci chi voi amate.È spargere i semi con tenerezza e poi raccogliere nella gioia, come se a mangiare di quei frutti dovesse essere chi voi amate.È impregnare tutto ciò che voi fate con un alito del vostro spirito,sapendo che tutti i venerati morti vi stanno intorno e v’osservano.Sovente vi ho sentiti dire, come parlando nel dormiveglia: “Colui che lavora il marmo e scavandolo trova l’immagine della propria anima, è più nobile di chi ara la terra.E colui che afferra l’arcobaleno e lo stende su una tela nell’effigie dell’uomo, vale più di chi foggia i nostri calzari”.Ma io vi dico, non nel dormiveglia ma nel desto e vigile fulgore del meriggio: il vento parla con dolcezza eguale alla quercia gigante e all’ultimo dei fili d’erba;grande è soltanto colui che trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore.Il lavoro è amore visibile.E se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l’abbandoniate andandovi a sedere ai cancelli del tempio per ricevere l’elemosina da chi lavora con gioia.Se difatti cuocete il pane nell’indifferenza, voi preparate un pane amaro che poco sfama l’uomo.E se di malavoglia pigiate l’uva, nel vino il vostro sentimento distilla un veleno.E se pure cantate come angeli, ma senza amare il canto, rendete l’uomo sordo alle voci del giorno e a quelle della notte.

  • Claudio Baglioni – Libri

    Per rendere sopportabile a occhi e pensieri il mondo dal quale veniva, avrebbe dovuto cambiare tutto. Per questo aveva cominciato a disegnare. E quando gli chiedevano da dove ricavasse l’ispirazione, “è semplice” rispondeva, abbassando lo sguardo per il pudore che la facilità impone “nasce per contrasto. Mi guardo intorno, vedo ciò che non mi piace e immagino come le cose dovrebbero essere per piacermi. Per fortuna” aggiungeva “il mondo è pieno di orrori. Il giorno che tutto, intorno a me, soddisferà il mio bisogno di bello, smetterò di disegnare”.

  • Claudio Baglioni – Libri

    Certe cose le trovi solo quando smetti di cercarle. Fino a un istante prima, se ne stanno rintanate chissà dove. Nascoste così bene che finisci col pensare che non esistano affatto. Un attimo dopo, invece, ti si parano davanti. All’improvviso. L’espressione più naturale del mondo. Sorprese della tua sorpresa. L’aria di chi non si è mai mosso dall’unico posto nel quale nessuno guarda mai: sotto il naso. Erano sempre state lì, loro. Tu, invece…

  • Philippa Gregory – Libri

    Quando penso che Thomas è morto per me, mi pare di non riuscire a sopportarlo. Quando penso che non è più qui, e che non ci sarà mai più, non riesco a comprendere cosa significhi. Non avevo mai pensato alla morte, Non mi ero mai resa conto di quanto fosse irrevocabile. Non riesco a credere che non lo vedrò mai più su questa terra. Mi induce a credere nel paradiso e spero di poterlo incontrare là, e che saremo di nuovo Innamorati; Solo che questa volta non sarò sposata.Sono sicura che quando mi libereranno, tutti capiranno che sono una persona migliore. Non sono stata messa alla prova come è successo al povero thomas, né torturata come lo è stato lui.Ho ugualmente sofferto, nel mio sciocco modo. Ho sofferto pensando a lui e al nostro amore che gli è costato la vita. Ho sofferto pensando a lui che voleva mantenere il nostro segreto e che aveva paura per me. Mi manca. Sono ancora Innamorata di lui, anche se lui non è più di questo mondo e non può più essere innamorato di me. Sono ancora Innamorata di lui, sebbene sia morto, e mi manca come mancherebbe a ogni giovane donna nei primi mesi dopo la fine della sua storia d’amore.Continuo a sperare di vederlo, poi ricordo che non lo rivedrò mai più. È Più doloroso di quanto avrei mai pensato.

  • Mirko Orgiu – Libri

    Solo alla fine di un buon libro puoi arrivare a capire il vero significato, l’enigma dell’autore. Ogni goccia dei loro messaggio scorre pian piano formando un torrente, per poi diventare un fiume con lo scorrere delle pagine, ma solo arrivando all’ultima pagina si possono udire le onde del mare infrangersi sugli scogli.