Stephenie Meyer – Libri
Era stato molto peggio che perdere l’amore più vero, cosa che da sola era sufficiente ad uccidere. Avevo perso un futuro, una famiglia, la vita che avevo scelto.
Era stato molto peggio che perdere l’amore più vero, cosa che da sola era sufficiente ad uccidere. Avevo perso un futuro, una famiglia, la vita che avevo scelto.
Ci trovammo entrambi in pericolo di morte. Eppure, in quell’istante, mi sentii bene. Intera. Finalmente sentivo il cuore pompare nel petto, il sangue scorrere caldo e veloce nelle vene. I miei polmoni si riempirono del dolce profumo della sua pelle. La voragine si era chiusa senza lasciare traccia. Mi sentivo perfetta, come se la ferita non si fosse mai spalancata.
Senza voler togliere nulla a quel genere di coraggio che porta alcuni uomini a morire, non dobbiamo dimenticare quegli atti di coraggio grazie ai quali gli uomini vivono; il coraggio della vita quotidiana è spesso uno spettacolo meno grandioso del coraggio di un atto definitivo, ma resta pur sempre una miscela magnifica di trionfo e di tragedia…Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell’esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la proprio coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care.Ogni uomo deve decidere da sé stesso qual è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio… per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima.
Niente di tutto quello che Dio o Satana potevano infliggerci, niente avrebbe potuto separarci!
Voglio forse vivere?Che vita può essere la mia quando tu…Oh Dio! Tu vorresti vivere, se la tua anima fosse nella tomba?
Vorrei tanto salvare la Contea, se potessi farlo, benché sia stato spesso indotto a pensare che gli abitanti sono di una stupidità e di una noia incommensurabili, e che, data la situazione, un terremoto o una invasione di draghi sarebbero la cosa migliore. Ma ora non la penso più così. Sento che finché saprò che la mia Contea è sempre qui, comoda e sicura, girovagare ed errare sarà per me più facile, conscio che in una parte del mondo c’è un appoggio stabile e saldo che mi attende, anche se non vi dovessi più metter piede.
Amir agha, purtroppo l’Afghanistan della nostra infanzia è morto da tanto tempo. La gentilezza non abita più nel nostro paese ed è impossibile sfuggire alla morte. Kabul è in preda al terrore.
È stato un miracolo, piùche un miracolo, trovarti, Melanie. Oggi se la scelta fosse tra riavere il mondo e avere te, non riuscirei a rinunciare a te. Nemmeno per salvare cinque miliardi di vite.
Edward mi strinse con delicatezza. “Sono qui”.Respirai a fondo.Era la verità. Edward mi era accanto, sentivo il suo abbraccio. Finché fosse stato così, avrei potuto affrontare qualsiasi cosa. Drizzai le spalle e andai incontro alla mia sorte, confortata dal destino che mi camminava al fianco.
Improvvisamente ripensai al destino di Paride dopo il ritorno di Romeo. Le didascalie parlavano chiaro. Si battono. Paride muore.
Non sono mai riuscito a cancellare… l’agonia. Il mio cuore non batteva da quasi novant’anni, ma stavolta è andata diversamente. Non lo sentivo più, al suo posto c’era un vuoto. Come se ti fossi portata via tutto ciò che avevo dentro.
Guardo il viso di Davi diventare il mio. E lei diventa specchio. E lei diventa specchio e io mi sdoppio. È solo avvicinarmi al riflesso e accarezzare la mia immagine dai non sincronizzati movimenti. E lei diventa tutta calda e dolce.
Edward mi si avvicinò prendendo il mio viso tra le mani. Mi sfiorava con delicatezza, premendo la punta delle dita sulle mie tempie, le guancie, il profilo del mento. Come se fossi un oggetto fragilissimo. Ed era proprio così, sopratutto in confronto a lui.
Le scappava già un po’. La sentiva spingere sulla vescica, come uno spillo conficcato dentro la pancia. Non ce l’avrebbe fatta nemmeno oggi, ne era sicura.Ogni mattina lo stesso. Dopo colazione si chiudeva nel bagno e spingeva, per svuotarsi di tutta la pipì. Rimaneva sul water a contrarre gli addominali finché dallo sforzo non le prendeva una fitta alla testa e le sembrava che gli occhi le sgusciassero dalle orbite, come la polpa dell’uva fragola se schiacci l’acino. […]Tanto non serviva a niente. Arrivata in fondo alla prima seggiovia le scappava sempre così forte che era costretta a sganciarsi gli sci, ad accovacciarsi nella neve fresca, un po’ in disparte, a fingere di stringersi gli scarponi e intanto a fare la pipì.
“Non so come spiegarlo… ma dietro la facciata è ancora più incredibile”. Il vampiro che voleva essere buono, che andava in giro a salvare la vita delle persone per non sentirsi un mostro…
Fra le persona colte è un inconveniente molto comune quello di pronunciare rettamente le parole e annettervi idee spropositate. Ad Agnese era accaduto il contrario: ella storpiava il vocabolo ma aveva un’idea precisa della cosa.
Ma potevo farlo? Potevo tradire il mio cuore assente per salvare una vita patetica?