Lilly C. Arcudi – Sorriso
Se tutti fossero consapevoli del valore di un sorriso, nessuno si avvicinerebbe alle armi.
Se tutti fossero consapevoli del valore di un sorriso, nessuno si avvicinerebbe alle armi.
Un aforisma di terraccotta è un anforisma.
Avvalerci della facoltà di sorridere è una gentilezza che non dobbiamo mai farci mancare.
Quelli che non hanno nulla hanno il diritto di avere un sorriso, e quelli che lo donano invece non hanno il diritto di umiliare chi da loro lo riceve.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. “Avverto” che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un “avvertimento del contrario”. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s’inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.
Io sorrido, tu sorridi, contagiamoci con il sorriso.
L’azione buona è quella che fa sbocciare un sorriso sul volto altrui.