Lisa Giove – Tristezza
È semplice; non l’avrei mai più incontrato. Non sapevo cos’era peggio: incontrarlo, o non rincontrarlo mai più.
È semplice; non l’avrei mai più incontrato. Non sapevo cos’era peggio: incontrarlo, o non rincontrarlo mai più.
Mi buttasti laggiù tra l’erba e il guard rail. Senza voltarti dicesti che non servivo a niente, non ti sembravo nemmeno più bella. Allorché i miei petali si chiusero formando un cappuccetto rigonfio nell’oro del tramonto. E accolsi il fiume salato del mio pianto.
Ho sempre amato il mare perché nel suo profondo blu posso annegare i miei pensieri più tristi.
Ho visto l’amore negli occhi di una donna, ho visto le lacrime e il dolore. In essi ho scorto la delusione e la gioia, la passione e la rabbia. Gli occhi di una donna sono uno specchio nel quale spesso riflettersi è pericoloso. Può far male, ferire o rendere pazzamente felice e dipendente da essi.
Sentiva ogni giorno la vita scivolare via, allontanandosi sempre più dalla luce e abbracciando l’oscurità con tenera rassegnazione. Il suo cuore pativa di una sofferenza logorante in quelle ferite mai cicatrizzate del tutto. Avrebbe voluto vivere e essere felice ma non era quello il tempo, il suo destino. Gli veniva a mancare quella voglia di vita e come il vento, errava lontano, invisibile. Solo, cercava ancora conforto in qualcosa o qualcuno per quel dolore che lo faceva stare male. Un tormento senza risoluzione sembrava lo portasse sull’orlo della pazzia. La fine era vicina, la fine era sua amica, lui ne era conscio, e nel silenzio, si allontanava scomparendo per agli occhi del mondo.
Di notte le anime deluse sentono il doppio del dolore.
Solo chi non conosce il vero dolore è capace di ridere del dolore degli altri.