Luca Roveda – Matrimonio
Il matrimonio è come un contratto di lavoro: bisogna sperare che sia a tempo indeterminato se no, ne paghi, a caro prezzo, le conseguenze.
Il matrimonio è come un contratto di lavoro: bisogna sperare che sia a tempo indeterminato se no, ne paghi, a caro prezzo, le conseguenze.
Molti giovani si scambiano promesse d’amore eterno. Dopo il matrimonio però, le cose cambiano radicalmente. Quasi i due terzi dei matrimoni che si celebrano in Italia, non superano il fatidico traguardo del settimo anno. Se a questi due terzi si aggiungono i matrimoni che, per vari motivi, non vengono sciolti, ma che di fatto esistono solo sulla carta; si può dedurre che matrimoni normali, e forse anche qualcuno felice, sono la minima parte. Venga allora preferito e sostenuto il celibato/nubilato. (Per bere un bicchiere di latte, non c’è bisogno di comprarsi una mucca).
Per sposarsi ci vuole un testimone. Come per un incidente o un duello…
Non bisogna voler fare le cose perché le fanno tutti e ti senti diverso, prima la tua testa e di conseguenza arriverà tutto il resto. Non aver paura di te stesso!
Il matrimonio è l’unica forma di schiavitù che la legislazione ancora conosca.
Puoi essere qualcuno anche stando assieme agli altri nel gruppo.
Credo che la coerenza sia una falsa virtù (in se stessa) e che l’incoerenza non sia automaticamente un difetto. Siamo esseri umani complessi.