Luigi Pascarelli – Tempi Moderni
Non mi preoccupa tanto la guerra civile, quanto quella incivile che stanno conducendo banchieri e politici contro tutti gli altri cittadini.
Non mi preoccupa tanto la guerra civile, quanto quella incivile che stanno conducendo banchieri e politici contro tutti gli altri cittadini.
Dono disponibilità e lealtà. Un sorriso, o una stretta di mano mi appagano. Sono un vecchio sognatore, in un mondo di arrivisti.
Ritengo che l’intero globo sia sotto il dominio malefico dell’ignoranza, scrivo con il preciso scopo di combatterla.
Non è semplice spiegare perché quando si è soli si è subito spinti da un’enorme compassione verso i più deboli, i non capiti, i derisi, “gli agnelli” potrei dire, mentre quando si è in gruppo a volte basta davvero poco per confondersi nel branco dei lupi.
Vedo girare molti link con scritto: “Ho imparato che”. Io invece dico che ho imparato che spesso le cose succedono ai buoni e non ai cattivi, i premi vanno alle merde e non agli onesti. Ho imparato che tutti sanno predicare bene classiche frasi come: rispetto, farsi i cazzi propri, sincerità, coerenza, ma ho anche imparato che molti non sanno nemmeno dove stanno di casa certi Modi di vivere.
Si fanno acquisti al mercato della mediocrità, e ci si vende a quello della vanità, senza aver nulla di concreto tra le mani. È tempo di svendita di valori morali.
Uno dopo l’altro si alzano i sottili veli di grazia scura, e a grado a grado le cose si vedono restituire le loro forme e i loro colori, e vediamo l’alba rifare il mondo nel suo disegno antico. Gli esangui specchi risplendono la loro vita imitativa. Le candele spente stanno in piedi là dove le abbiamo lasciate, e accanto a loro giace il libro semisfogliato che stavamo studiando, o il fiore con un filo di metallo per gambo che abbiamo portato al ballo, o la lettera che non abbiamo avuto il coraggio di leggere, o che abbiamo letto troppo spesso. Nulla ci sembra mutato. Dalle ombre irreali della notte ritorna la vita reale che ben conosciamo. Dobbiamo riprenderla là dove abbiamo smesso, ed ecco che si impossessa di noi il terribile senso della necessità di continuare a spendere la nostra energia nella stessa noiosa routine di abitudini stereotipate, o forse il selvaggio desiderio di poter aprire i nostri occhi su un mondo rinnovellatosi nella tenebra per il nostro piacere, un mondo in cui le cose abbiano forme e colori nuovi, e sia mutato, o abbia altri segreti, un mondo in cui il passato abbia poco o nessun posto.