Luigi Pirandello – Stati d’Animo
Quando così il mi dramma si complicò, cominciarono le mie incredibili pazzie.
Quando così il mi dramma si complicò, cominciarono le mie incredibili pazzie.
Non sempre puoi esprimere quello che senti, ma il silenzio è fatto di niente, fai uscire dalle labbra quello che l’anima ha, senza preoccuparti dei giudizi, comunque sarai te stesso.
È la distrazione che temo, ci hai mai pensato? La gente osserva un sorriso e crede tu sia felice, ascolta un silenzio e crede che tu non abbia nulla da dire, ti calpesta il futuro e crede sia sufficiente chiedere scusa. Ed io sono perfettamente nel mezzo, tra la loro cecità d’animo e la paura di non esser visto.
Voglio pensare a quello che mi pare! Starò bene, starò male, ma voglio pensare a quello che mi pare!
Starei ore a descrivermi per disegnarmi con contorni definiti. Precisione maniacale. Il foglio bianco mi perde con il suo niente pieno di tutto, senza coordinate, suggerimenti. Solo la mia proiezione completa. Tratti netti, marcati, rette tangenti ai bordi, bordi senza orli, orli pieni, straripanti. Straripo e rischio di fuoriuscire. Nessuna cornice, dopotutto, che sappia contenermi, solo disegno a mano libera. Ottimo passatempo in queste mie prigioni.
La mia vita è un insieme di tanti tentativi, fatti tutti con coraggio senza demordere mai. È la forza di tenermi in piedi quando il vento del destino soffia forte per farmi cadere. È la voglia di non mollare, perché la mia vita è mia e posso decidere di tenere duro anche nei momenti più bui.
Sono stanco di voltarmi e vedere ciò che ho lasciato dietro. Voglio guardare avanti e sperare di trovare.