Marco Giannetti – Dillo in quattro parole
Sceverati di tristezze superflue.
Sceverati di tristezze superflue.
Ho amato un sogno.
Io ti dico ti amo, così come lo pronunciano le labbra in ogni mio bacio,…
Odio il silenzio, talvolta.
Sì, una desolata panchina accoglie avidamente il mio corpo come a voler sottrarre il calore che lo ha invaso e non accarezzato… il piacere di una sigaretta, illusione di diletto, cerco di sfuggire dai punzecchi della pioggia che, agile e prepotente schiva le fronde di un triste pino.Mi sono chiesto da sempre perché funesto appare il luogo dei pini, forse a voler celare il vento che, sempre sfigura ogni tormento, ma in paradiso non c’è condizione se non l’umana commiserazione di buoni e cattivi lì giunti per miseri destini.
Gelosia: appendice dell’amore.
Ci si può abbandonare all’impeto, alla forza delle onde… esse portano con sé ciò che si rimette alla loro voluttà, non si curano dell’esito del viaggi, ma c’è chi sa giovarsi anche della forza del vento.