Marco Malvaldi – Libri
“Ora, Ampelio, secondo lei io mi metto a parlare del caso qui, al bar, di fronte a tutto il paese?”. “Come, tutto il paese? Ci siamo solo noi quattro”. “Appunto” confermò la commissaria.
“Ora, Ampelio, secondo lei io mi metto a parlare del caso qui, al bar, di fronte a tutto il paese?”. “Come, tutto il paese? Ci siamo solo noi quattro”. “Appunto” confermò la commissaria.
Come si fa a chiamare realista uno che per un delitto scrive trecento pagine; realista al limite è chi per trecento delitti scrive una pagina.
Le sembrava di muoversi con il pilota automatico, presente solo con metà della testa, mentre l’altra metà l’aveva lasciata sulla veranda, a chiedersi se Travis avesse davvero flirtato con lei e se, per caso, ma solo per caso, lei lo avesse gradito.
Un libro insegna. I libri sono genitori tascabili.
Quando pioveva forte, Max aveva l’impressione che il tempo si fermasse. Era come un momento di tregua durante il quale egli poteva interrompere qualunque cosa e mettersi semplicemente alla finestra a contemplare per ore lo spettacolo di quell’infinito velo di lacrime del cielo.
In quell’istante sentii inondarmi di una gioia immensa, sconosciuta. Era una specie di estasi. Ogni senso di incertezza o di paura mi abbandonò. Sai dirmi che accade all’anima in quei momenti? D’un tratto il mondo intero ha un altro aspetto. Se avessi visto dei cavalli volare, ciò non mi avrebbe minimamente sorpreso. […] È sempre così l’amore? Mio Dio, mio Dio, non riconoscevo più la creazione. Sentivo il cielo nel cuore. Era come se dalla testa mi sprizzassero centinaia di stelle. La felicità era penetrata nel mio essere e vi aveva suscitato una luce che ignoravo. Tutta la terra girava attorno a noi due come una trottola.
Senza la scrittura, ogni cosa diventerà insipida. Leggere non avrebbe più senso, perché uno scrittore legge con uno scopo.