Marco Mammino – Bacio
Quando mi baci… mi fai perdere i sensi… entrando in un mondo nostro, non mio o tuo… unicamente nostro! Ti amo!
Quando mi baci… mi fai perdere i sensi… entrando in un mondo nostro, non mio o tuo… unicamente nostro! Ti amo!
– Un bacio, è la tua idea di punizione?- Sì. Perché è un bacio privo d’amore.
Baci che restano dentro e stazionano li nel cuore, che profumano di fresco e che sanno di primavera, baci che avvolgono un turbine di sentimento e di calore, baci che sono come le ciliegie, uno tirano l’altro, baci di poesia, di passione e di tenerezza, baci intensi, dove le labbra combaciano in modo perfetto, e poi fermarti li, a un centimetro dalle sue labbra, sentire il suo respiro che si confonde con il tuo, in attesa di un nuovo, trepido, bacio.
La superficialità è come un bacio dato senza labbra, nédenti, né lingua, non senti niente.
Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili.
I baci non sono contratti.
Spesso mi chiedo come mai si abbia, specialmente in determinate circostanze, questo bisogno incondizionato di scrivere, questa urgenza di permettere alle mie idee di assumere una forma concreta e plasmarsi secondo le esigenze di chiunque le legga. A questo quesito interiore rispondo semplicemente dicendo che ne sento il bisogno, un bisogno direi esasperato; immagino la scrittura come una vera e propria arte drammatica un po’ come recitare dove si indossano altri panni, si vivono altre vite e calarsi in un personaggio diventa necessario per simularne la parte. Così facendo si compie il miracolo di moltiplicare la propria esistenza, di entrare in un certo senso, in quello che potrebbe essere definita la “quarta dimensione” della mente.