Marco Mei – Stati d’Animo
Il mio scheletro nell’armadio sono io.
Il mio scheletro nell’armadio sono io.
Da quando tutto è alla portata degli occhi, l’immaginazione soffre di solitudine.
Che strana sensazione quella dell’essere sospesa in attesa di un responso, un misto di paura che si fonde con la voglia di liberazione, di quelle lacrime di gioia o di dolore che in entrambi i casi regalano all’anima una tregua.
Faccio sempre la “dura” ma poi sono di quelle che si emozionano per un complimento. Di quelle che per un piccolo gesto semplice e gentile si sciolgono. Tra quelle che per uno sguardo più azzardato arrossiscono. A cosa serve costruirsi una facciata fatta di “Durezza” apparente se poi hai il cuore e l’anima fatti di sensibilità e sentimenti!?
Il muroParole, suoni, rumori,affissi a quel muro,dove l’occhio indugiavain cerca di risposte.
Che stupida, come potevo pretendere amore da un uomo, quando questo non ne conosceva il senso, tanto da non amare neanche se stesso. Dovevo salvare che cosa? Niente non avevo nulla da salvare, solo me stessa. Salvarsi richiede coraggio, risalire il baratro, forza. Era molto più facile restare sdraiati e naufragare nei propri pensieri. Si per lui era molto molto più semplice suicidarsi l’anima.
Spesso ci ritroviamo in situazioni sgradevoli, imbarazzanti o del tutto strane, in cui è meglio avvalersi della regola conta fino a dieci prima di parlare. Ognuno di noi vuole far valere le proprie idee e ragioni, ma per evitare discussioni assecondiamo per il quieto vivere, che non vuol dire arrendersi.