Margaret Mazzantini – Vita
Ricordo d’aver pensato che niente può salvarci da noi stessi, e che l’indulgenza è un frutto che cade a terra già cariato. Avevo tolto la briglia a quei pensieri indecenti, e adesso ero inutile come un cecchino morto.
Ricordo d’aver pensato che niente può salvarci da noi stessi, e che l’indulgenza è un frutto che cade a terra già cariato. Avevo tolto la briglia a quei pensieri indecenti, e adesso ero inutile come un cecchino morto.
Il passato muore, il presente vive, i ricordi restano, la vita continua.
Ognuna delle nostre cellule possiede in ciascun momento e per l’intero arco della sua esistenza la facoltà di autodistruggersi in poche ore e noi siamo società cellulari formate da componenti la cui vita è “in sospeso” e che sono incapaci di sopravvivere da sole e per ciascuna delle nostre cellule vivere significa aver saputo impedire, per il momento, il suicidio.
Giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
Un tornado ha sconvolto la mia vita: quando è suonata la sirena io stavo cercando di salvare tutto ciò a cui tenevo in quel momento, ma non ce l’ho fatta: un po’ per la mia debolezza in quel maledetto momento, un po’ perché quel tornado soffiava troppo forte. Ha spazzato via tutte le mie convinzioni, facendo spazio a qualcosa di nuovo che non avevo mai conosciuto prima.
Se la felicità non esiste, allora sarò un pazzo.
Pensavo che il mondo fosse cambiato, ma in realtà ero io quello che era cambiato.