Maria Auriemma – Stati d’Animo
Vi auguro qualcuno che vi scelga soltanto a guardarvi, perché vi hanno letto dentro.
Vi auguro qualcuno che vi scelga soltanto a guardarvi, perché vi hanno letto dentro.
Dicono che il mare sia profondo. Allora prova ad immergerti in una persona, prova a lambirne le pareti e a toccarne i limiti, prova a scrutarne i confini e a sfiorarne i margini. E ti accorgi che non c’è bisogno di volgere lo sguardo alle stelle per scorgere l’infinito.
Nel mio cuore ci sono molte stanze: la stanza dei ricordi, li custodisco con amore e ogni tanto li rivivo e sorrido; la stanza delle gioie, passare lì mi porta serenità; la stanza delle delusioni, ogni tanto una scappa riesce a uscire e le ferite risanguinano; la stanza dell’amore, là custodisco tutte le bellezze dell’amore, la mia famiglia tutta, i miei amici, i miei fratellini e sorelline, son tutti là a fare festa con me; la stanza dei dolori, pochi la conoscono, molti la ignorano pensando che il mio sorridere sia perché la vita è stata clemente con me, eppure lì il mio dolore esplode, mi distrugge, mi butta al suolo e poi c’è la mia stanza preferita, la stanza della speranza, della fede, del mio signore, che mi sostiene in tutto, in gioia, in amore, in delusioni e nel mio dolore.
Ci sono cose che non tollero, e tu sei una di quelle, e nota bene, ti ho definito “cosa” non persona.
Non mi preoccupo di quello che mi passa per la mente, ma di ciò che nella mente mi si fissa.
E al mattino rinascono leggere farfalle, pronte ad andar giù pesante per rompere i vetri alle finestre dell’ipocrisia.
Ho l’anima ingorgata. C’è chi non fa lo stop e va dritto al cuore, io faccio retromarcia e torno alla testa. In questa via, non c’è diritto di precedenza, facciamo tutti inversione di marcia ed ognuno torna a casa propria senza continuare il viaggio.
Dicono che il mare sia profondo. Allora prova ad immergerti in una persona, prova a lambirne le pareti e a toccarne i limiti, prova a scrutarne i confini e a sfiorarne i margini. E ti accorgi che non c’è bisogno di volgere lo sguardo alle stelle per scorgere l’infinito.
Nel mio cuore ci sono molte stanze: la stanza dei ricordi, li custodisco con amore e ogni tanto li rivivo e sorrido; la stanza delle gioie, passare lì mi porta serenità; la stanza delle delusioni, ogni tanto una scappa riesce a uscire e le ferite risanguinano; la stanza dell’amore, là custodisco tutte le bellezze dell’amore, la mia famiglia tutta, i miei amici, i miei fratellini e sorelline, son tutti là a fare festa con me; la stanza dei dolori, pochi la conoscono, molti la ignorano pensando che il mio sorridere sia perché la vita è stata clemente con me, eppure lì il mio dolore esplode, mi distrugge, mi butta al suolo e poi c’è la mia stanza preferita, la stanza della speranza, della fede, del mio signore, che mi sostiene in tutto, in gioia, in amore, in delusioni e nel mio dolore.
Ci sono cose che non tollero, e tu sei una di quelle, e nota bene, ti ho definito “cosa” non persona.
Non mi preoccupo di quello che mi passa per la mente, ma di ciò che nella mente mi si fissa.
E al mattino rinascono leggere farfalle, pronte ad andar giù pesante per rompere i vetri alle finestre dell’ipocrisia.
Ho l’anima ingorgata. C’è chi non fa lo stop e va dritto al cuore, io faccio retromarcia e torno alla testa. In questa via, non c’è diritto di precedenza, facciamo tutti inversione di marcia ed ognuno torna a casa propria senza continuare il viaggio.
Dicono che il mare sia profondo. Allora prova ad immergerti in una persona, prova a lambirne le pareti e a toccarne i limiti, prova a scrutarne i confini e a sfiorarne i margini. E ti accorgi che non c’è bisogno di volgere lo sguardo alle stelle per scorgere l’infinito.
Nel mio cuore ci sono molte stanze: la stanza dei ricordi, li custodisco con amore e ogni tanto li rivivo e sorrido; la stanza delle gioie, passare lì mi porta serenità; la stanza delle delusioni, ogni tanto una scappa riesce a uscire e le ferite risanguinano; la stanza dell’amore, là custodisco tutte le bellezze dell’amore, la mia famiglia tutta, i miei amici, i miei fratellini e sorelline, son tutti là a fare festa con me; la stanza dei dolori, pochi la conoscono, molti la ignorano pensando che il mio sorridere sia perché la vita è stata clemente con me, eppure lì il mio dolore esplode, mi distrugge, mi butta al suolo e poi c’è la mia stanza preferita, la stanza della speranza, della fede, del mio signore, che mi sostiene in tutto, in gioia, in amore, in delusioni e nel mio dolore.
Ci sono cose che non tollero, e tu sei una di quelle, e nota bene, ti ho definito “cosa” non persona.
Non mi preoccupo di quello che mi passa per la mente, ma di ciò che nella mente mi si fissa.
E al mattino rinascono leggere farfalle, pronte ad andar giù pesante per rompere i vetri alle finestre dell’ipocrisia.
Ho l’anima ingorgata. C’è chi non fa lo stop e va dritto al cuore, io faccio retromarcia e torno alla testa. In questa via, non c’è diritto di precedenza, facciamo tutti inversione di marcia ed ognuno torna a casa propria senza continuare il viaggio.