Maria Pacca – Stati d’Animo
La distrazione è nemica dell’intelletto.
La distrazione è nemica dell’intelletto.
Questa è una di quelle notti strane, pensieri che si susseguono. Basta ricordi ora penso ad altro, chissà che strana sensazione un vuoto ordinato, un vuoto fatto di abitudine e di rassegnazione, un vuoto azzurro. Mi siedo in un angolo e aspetto le sfumature.
Ovunque sono. Sono quel che sono. Eppure sono.
Alla ricerca del tempo perduto per ottimizzare quello futuro.
Non è mettendo al riparo il proprio cuore che lo salvaguardi dalle forti emozioni, ma è bagnarsi sotto la pioggia dei colori che ti impregni di vita.
È quasi Natale; e dopo di lui arriverà la notte del 31. Ricordo ormai che sono almeno tre o quattro anni che in quella notte guardo il cielo con gli occhi colmi di lacrime mandando i miei auguri a chi non c’è più, a chi avrebbe dovuto esserci ma se ne è andato, a chi avrei voluto ci fosse ma è andata male. Guardo lassù, in quel buio cielo e mi ci rispecchio, ci sprofondo con il mio vuoto, le mie malinconie. Il calore delle lacrime mi fa sorridere un po pensando che ogni anno non cambia mai nulla. Per questo questa volta non alzerò gli occhi al cielo, non festeggerò niente per scelta perché niente è cambiato e ormai ho perso la speranza che qualcosa possa cambiare.
È inutile, non sono fatta per sto mondo improntato all'”usa e getta”. Dove i sentimenti oggi ci sono e domani chissà. Oppure ci sono sempre ma, di volta in volta, cambia il protagonista cui rivolgerli. Non sono fatta per sto mercato virtuale dove vince l’appalto del cuore il miglior offerente su piazza di moine e luoghi comuni. Non sono indubbiamente fatta per chi prende tutto come un bel gioco che tanto “dura poco”. Infine, non sono fatta per le statistiche amorose cui gli unici numeri che vengono considerati validi sono quelli che comprendono il mio cellulare.