Mariella Buscemi – Vita
La perdita è sorella della mancanza; l’individuo nasce strutturalmente con una mancanza primordiale e le esperienze di perdita non sono altro che un reiterare l’essenza originaria che ci appartiene da sempre.
La perdita è sorella della mancanza; l’individuo nasce strutturalmente con una mancanza primordiale e le esperienze di perdita non sono altro che un reiterare l’essenza originaria che ci appartiene da sempre.
Io non posso ammettere, non posso in nessun caso accettare la teoria di Keis, che, cioè, tutta la nostra concezione del mondo esteriore derivi unicamente dalle nostre impressioni. Il concetto dell’essere non ci viene dai sensi, giacché non abbiamo un organo speciale che ci trasmetta questo concetto.
Sono così pochi quelli che sanno invecchiare con grazia.
Possiamo solo imparare dove mettere la virgola, consentendoci di respirare tra una cosa della vita e l’altra, ma essere coscienti di mettere un punto è una cosa che si fa per sé e nessuno può insegnarti. Ciò che per molti reca la parola fine, per me potrebbe essere solo l’inizio o la voglia di un ulteriore tentativo o la speranza di una continuazione; e poi a mettere un punto ci vuole spesso tanto coraggio, piuttosto esasperazione e la scelta di metterlo è senza dubbio sempre sofferta, per chi la opera e per chi la subisce.
Certi amori sono come foglie d’autunno, inebriate dalle dolci primavere, arse dalla calura estiva, vanno incontro a freddi inverni. Si staccano dai loro rami, hanno ancora i colori più caldi, volteggiano nell’aria ancora per un po’, deboli, secche, levate dalla brezza e capitolano in terra calpestate da chi batte lo stesso viale.
Davanti a una madre che seppellisce Gesù, morto di sete, siamo tutti dei maledetti assassini.
Sapete perché i giovani mi seguono?Perché io canto quello che Loro canterebbero, se non lo cantassi io.E perché hanno paura del buio. Come me!