Marzia Paciantoni – Libri
Mentre urliamo al mondo la nostra speranza e ridiamo per a crepapelle per un nonnulla, dichiariamo i nostri sogni alla madre terra, o forse sarebbe meglio dire alla madre sabbia.
Mentre urliamo al mondo la nostra speranza e ridiamo per a crepapelle per un nonnulla, dichiariamo i nostri sogni alla madre terra, o forse sarebbe meglio dire alla madre sabbia.
Ho resistito alle torture e agli interrogatori e ti ho odiato ogni secondo, così come prima ogni secondo ti avevo amato.
Ho letto alcuni libri che vengono definiti “cinici”, prevedo tuttavia che quando sarà in commercio questo libello, per quei libri dovranno trovare un’altra definizione.
I grandi scrittori sono in continuo aumento. Quelli che scarseggiano sono gli scrittori.
“E forse ora non è il momento giusto, chissà, sono convinta che devi andare in Cina o in India, dove ti pare, e ritrovare te stesso, e intanto io me la sfangherò qui, felice come un pasqua. Non voglio accompagnarti, non voglio una cartolina alla settimana, non voglio neanche avere il tuo numero di telefono. Non voglio sposarmi e avere figli da te. Abbiamo passato una bellissima notte assieme, tutto qui. E se in un futuro ad un party o che so io per caso c’incontreremo, ben venga. Faremo un chiacchierata come due vecchi amici. Non saremo imbarazzati perche mi hai palpato le tette, tutto filerà liscio come l’olio, e in ogni caso noi due non faremo una piega, giusto? Sarà soltanto una rimpatriata fra due… amici. Promesso?” (…) Lui le posò una mano leggera sulla nuca e nello stesso istante lei gli appoggiò una mano leggera sul fianco, e si baciarono lì per la strada in mezzo alla gente che correva a casa nella luce estiva, il bacio più dolce che mai avrebbero provato nella loro vita. Ecco dove inizia tutto. Tutto parte da qui, oggi. Em e Dex, Dex e Em”.
Dovrei imparare a scrivere non solo quando sono triste.
Aveva una specie di grafomania, anche: scriveva a matita sul legno fibroso del banco dove lo smalto era saltato a penna sui fogli a righe dei quaderni, a pennarello sulla tela militare della sua borsa per i libri. Scriveva rapido con la sua calligrafia inclinata: strofe di canzoni o frasi inventate o lette o sentite citare da qualcuno e sembrava che tutte avessero un riferimento con la nostra situazione.