Massimiliano Catellani – Tempi Moderni
Sono sempre stressato. Non mi identifico troppo in questo mondo. Il dilemma è: sono io che amo troppo la tranquillità o è il mondo che ama troppo la frenesia?
Sono sempre stressato. Non mi identifico troppo in questo mondo. Il dilemma è: sono io che amo troppo la tranquillità o è il mondo che ama troppo la frenesia?
Il ventennio breve. Un’epoca cominciata agli inizi degli anni Novanta, che aveva gradualmente spopolato le province, spostato masse di giovani fiduciosi in città. L’epoca del “miracolo economico”, della Ruota della Fortuna e del Gabibbo, quando sembrava ovvio poter vendere qualsiasi cosa: un progetto politico, un paio di gambe, un pezzo di truciolato spacciandolo per massello, è adesso finita e sepolta nei cartelli “fuori tutto” e “cessata attività”.
Tu, uomo mediocre che critichi tutto e tutti, e ti lamenti di non avere mai abbastanza, beh allora girati se hai il coraggio, e guarda con quegli occhi sapienti quel miliardo di persone che ogni giorno non ha né acqua né cibo per sopravvivere. Solo dopo aver concepito davvero questo messaggio potrai parlare, ma fino ad allora, almeno, non parlare solo per dare aria alle corde vocali.
La gente non legge e non scrive più: desidera solo che qualcun altro tiri fuori le frasi più interessanti dai libri e le appiccichi dentro un post. Tre righe al massimo, altrimenti si rischia l’emicrania. Fa figo condividere un motto arguto.
Ci sono persone che riescono a far risalire le origini della propria famiglia fino a 300 anni addietro, ma non sanno dirti dove siano i loro figli stasera.
I giornali inventano la metà di quello che scrivono… se poi ci aggiungi che non scrivono la metà di quel che succede, ne consegue che i giornali non esistono.
Soffro a pensare a qualcuno dell’Unione che partecipa a un vertice del g8. Se penso a qualcuno dell’altra parte seduto al tavolo nei miei panni con Putin, Bush e Blair francamente mi sento male.