Maurizio Costanzo – Personaggi famosi
L’età è uno stato d’animo.
L’età è uno stato d’animo.
C’è qualcosa di pagano in me da cui non posso liberarmi. In breve, non nego nulla, ma dubito di tutto.
Non parlate in più di tre o quattro per volta che sennò non si capisce niente!
La malattia della quale soffrono tutti gli uomini anziani è l’avarizia.
Non ho mai avuto giocattoli. La sera andavo a letto con il fucile a turaccioli, una bambola di mia sorella e un quotidiano.
Metello Nipote, durante una causa, cercava di insultare Cicerone ricordandogli i suoi non illustri natali. Di tanto in tanto, intendendo ferirlo, gli domandava: “Chi è tuo padre?” Cicerone, dopo averlo lasciato parlare per un po’, infine gli rispose: “o Metello, a te non posso chiedere la stessa cosa, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata”.
Fammi un favore, e siimene grato.
C’è qualcosa di pagano in me da cui non posso liberarmi. In breve, non nego nulla, ma dubito di tutto.
Non parlate in più di tre o quattro per volta che sennò non si capisce niente!
La malattia della quale soffrono tutti gli uomini anziani è l’avarizia.
Non ho mai avuto giocattoli. La sera andavo a letto con il fucile a turaccioli, una bambola di mia sorella e un quotidiano.
Metello Nipote, durante una causa, cercava di insultare Cicerone ricordandogli i suoi non illustri natali. Di tanto in tanto, intendendo ferirlo, gli domandava: “Chi è tuo padre?” Cicerone, dopo averlo lasciato parlare per un po’, infine gli rispose: “o Metello, a te non posso chiedere la stessa cosa, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata”.
Fammi un favore, e siimene grato.
C’è qualcosa di pagano in me da cui non posso liberarmi. In breve, non nego nulla, ma dubito di tutto.
Non parlate in più di tre o quattro per volta che sennò non si capisce niente!
La malattia della quale soffrono tutti gli uomini anziani è l’avarizia.
Non ho mai avuto giocattoli. La sera andavo a letto con il fucile a turaccioli, una bambola di mia sorella e un quotidiano.
Metello Nipote, durante una causa, cercava di insultare Cicerone ricordandogli i suoi non illustri natali. Di tanto in tanto, intendendo ferirlo, gli domandava: “Chi è tuo padre?” Cicerone, dopo averlo lasciato parlare per un po’, infine gli rispose: “o Metello, a te non posso chiedere la stessa cosa, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata”.
Fammi un favore, e siimene grato.