Maurizio Domenighini – Vita
Preferisco essere dannato, piuttosto di continuare ad essere figlio dell’ipocrisia. Mi diverto molto, molto di più.
Preferisco essere dannato, piuttosto di continuare ad essere figlio dell’ipocrisia. Mi diverto molto, molto di più.
Tutto è niente e niente è tutto.
Il libro della mia vita è ancora aperto, alcune pagine sono sbiadite, altre sono nere e piene di dolore, ma molte di esse, fortunatamente, sono di un bianco così intenso, da sembrare la luce di un angelo, su quelle pagine candide scrivo le emozioni che provo, le sensazioni vissute, l’amore che ho ricevuto, l’amore che ho donato a chi timidamente me lo ha chiesto, a 50 anni vivo ancora l’essenza della mia vita in tutte le sue sfumature, e, non c’è volta che ne resti dolcemente spaventata e felice.
Nella vita le scelte da fare sono solo due: il tipo di persona che vuoi essere e il tipo di persona con cui vuoi stare. Tutto il resto viene di conseguenza.
L’abitudine è per la vita ciò che le tenebre sono per gli occhi, nonostante per decidere quale direzione prendere sia necessario chiuderli, per iniziare il percorso, aprirli.
La perfezione in realtà è quella sensazione di leggerezza che ci riempie dall’interno quando siamo in compagnia di determinate persone, è quell’insieme di sguardi che ci fanno venire il mal di pancia dalla felicità, è quell’accorgersi che i difetti ai nostri occhi diventano trasparenti come l’aria.
Nei secoli milioni di parole sgorgando dall’Anima si sono rese immortali perché portatrici di un messaggio ben preciso, ora bisogna capire se tale messaggio sia frutto dell’illusione e serva solo a caricare le nostre aspettative o siamo davvero figli di uno stesso Dio che ci offre speranza e ricompensa se sapremo riconoscere i segnali che un giorno nascose sotto la polvere della vita e della quotidianità. Ai posteri l’ardua sentenza o saremo noi a capirlo?