Mauro Lanari – Tempi Moderni
Va da Dio, ma Dio è morto.
Va da Dio, ma Dio è morto.
Ho conosciuto persone dai caratteri più variegati, e senza nessun pregiudizio riesco sempre ad accettare le loro varie sfaccettature di pensiero. Una cosa mi stupisce però dell’odierna generazione, sapete quale? Per alcuni è così fuori moda accettare il bene, che spesso si offendono più per questo che per il male che ricevono! Una cortesia, una parola d’incoraggiamento, un gesto fatto con il cuore si rivela per molti impopolare e offensivo. Come siamo cambiati. Siamo così plasmati dal male da intravederlo anche nel bene!
Non è che non sono più capace di amare, oggigiorno, innamorarsi è facile e immediato come un click. È che non ci credo più.Tutti quei sacrifici, tutta quella sofferenza, tutti quegli sguardi, tutti quei sorrisi, il capirsi al volo, l’entrare in sintonia, per poi essere gettati via, nemmeno fossimo la carta di una brioches.Per molte persone la fase più importante di una storia d’amore è l’inizio, con tutta quella passione, la tachicardia, le farfalle nello stomaco. Per me non è così, la parte più avvenente è la costanza, l’empatia che si viene a creare col tempo. Non che l’amore diventi abitudine, ma che la voglia di stare insieme, sia l’abitudine come conseguenza dell’amore.Alla maggior parte delle persone, non interessa la costanza, la loro unica preoccupazione è l’apice.Come possiamo credere in qualcosa che la massa vuole consumare, piuttosto che conservare?
L’italiano medio crede di poter fare la rivoluzione da casa, comodamente seduto davanti un monitor, correndo come unico rischio quello di slogarsi l’indice per i troppi clic.
Persino su un banco d’accusato, è sempre interessante sentir parlare di sé.
Caso Marò. Gli italiani fanno gli indiani.
L’unica cosa che valga la pena di fare, oggi, è l’essere moderni.