Megan Gandy – Stati d’Animo
Non chiedeva, non dava, prendeva tutto di me.
Non chiedeva, non dava, prendeva tutto di me.
Come è bello sentirsi avvolto dal silenzio. Sì, è bello sentirsi parte della notte e ascoltare i sogni che mi portano lì dove solo le emozioni del cuore riescono a volare. Com’è bella la notte, perché con lei riesco ad andare dove il cuore mio vive.
Interrogo la tristezza e scopro che non ha il dono della parola; eppure, se potesse, sono convinto che pronuncerebbe una parola più dolce della gioia.
Vorrei essere l’uomo che ami, il maschio che temi, l’essere che ti completa.
Sogno di una lingua che del condizionale non ammetta il tempo passato.
Per essere accettati ci si nasconde, per essere soli pure.
Le cicatrici servono. Servono a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi. Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato. L’unico in grado di farci del male davvero. Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice. Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita. Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili, a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore, fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo, fra noi e le bugie, fra noi e la verità, fra noi e la nostra anima. Le cicatrici sono bastarde, sanguinano all’improvviso e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”, ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore. A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.