Michela Strega – Stati d’Animo
Ho detto che credo alle favole, non alle cazzate.
Ho detto che credo alle favole, non alle cazzate.
“Ti va di parlare un po’? Se ti va io mi siedo qui e ti ascolto”. Parole che non si usano praticamente più. Era bello guardare negli occhi qualcuno e vedersi rispecchiati dentro essi. Sentirsi capiti e accuditi da quello sguardo. Era bello quando non era solo la bocca a muoversi ma anche le emozioni, il cuore e la volontà. Era bello quando non erano solo le parole le uniche cose che sentivi, ma sentivi anche la protezione, la dolcezza di un gesto e la certezza di non esser solo mai.
Per assurdo è nei luoghi più affollati che senti forte l’odore acre della solitudine.
Si ama il sorriso delle persone semplici perché profuma di umiltà. Si ama lo sguardo delle persone che mostrano le ferite dell’anima attraverso esso, perché dimostrano di essere umani. Si ama la mano di chi senza pretendere stringe la nostra, perché ci dimostra che il vero amore, il vero bene non chiede mai.
Non è solo la timidezza a farci perdere le occasioni. C’è anche il sentirsi costantemente insicuri, quell’insicurezza che intrappola la nostra vera personalità per poi far uscire l’opposto. C’è il “non sono abbastanza”, il “non mi piaccio”, “magari se fossi più magra”. Disagi che ci frullano in testa e che poche persone riescono a percepire realmente, pensieri alle volte non veri ma che comunque ci portano a perdere. Perdere prima noi stessi e poi le occasioni.
L’ipocrisia è una maschera burlesca, s’imprime sulla faccia inespressiva di chi è privo di cuore e di coscienza.
Questa non è più l’epoca dove i sentimenti durano, ma quella dove si usano e si gettano.
“Ti va di parlare un po’? Se ti va io mi siedo qui e ti ascolto”. Parole che non si usano praticamente più. Era bello guardare negli occhi qualcuno e vedersi rispecchiati dentro essi. Sentirsi capiti e accuditi da quello sguardo. Era bello quando non era solo la bocca a muoversi ma anche le emozioni, il cuore e la volontà. Era bello quando non erano solo le parole le uniche cose che sentivi, ma sentivi anche la protezione, la dolcezza di un gesto e la certezza di non esser solo mai.
Per assurdo è nei luoghi più affollati che senti forte l’odore acre della solitudine.
Si ama il sorriso delle persone semplici perché profuma di umiltà. Si ama lo sguardo delle persone che mostrano le ferite dell’anima attraverso esso, perché dimostrano di essere umani. Si ama la mano di chi senza pretendere stringe la nostra, perché ci dimostra che il vero amore, il vero bene non chiede mai.
Non è solo la timidezza a farci perdere le occasioni. C’è anche il sentirsi costantemente insicuri, quell’insicurezza che intrappola la nostra vera personalità per poi far uscire l’opposto. C’è il “non sono abbastanza”, il “non mi piaccio”, “magari se fossi più magra”. Disagi che ci frullano in testa e che poche persone riescono a percepire realmente, pensieri alle volte non veri ma che comunque ci portano a perdere. Perdere prima noi stessi e poi le occasioni.
L’ipocrisia è una maschera burlesca, s’imprime sulla faccia inespressiva di chi è privo di cuore e di coscienza.
Questa non è più l’epoca dove i sentimenti durano, ma quella dove si usano e si gettano.
“Ti va di parlare un po’? Se ti va io mi siedo qui e ti ascolto”. Parole che non si usano praticamente più. Era bello guardare negli occhi qualcuno e vedersi rispecchiati dentro essi. Sentirsi capiti e accuditi da quello sguardo. Era bello quando non era solo la bocca a muoversi ma anche le emozioni, il cuore e la volontà. Era bello quando non erano solo le parole le uniche cose che sentivi, ma sentivi anche la protezione, la dolcezza di un gesto e la certezza di non esser solo mai.
Per assurdo è nei luoghi più affollati che senti forte l’odore acre della solitudine.
Si ama il sorriso delle persone semplici perché profuma di umiltà. Si ama lo sguardo delle persone che mostrano le ferite dell’anima attraverso esso, perché dimostrano di essere umani. Si ama la mano di chi senza pretendere stringe la nostra, perché ci dimostra che il vero amore, il vero bene non chiede mai.
Non è solo la timidezza a farci perdere le occasioni. C’è anche il sentirsi costantemente insicuri, quell’insicurezza che intrappola la nostra vera personalità per poi far uscire l’opposto. C’è il “non sono abbastanza”, il “non mi piaccio”, “magari se fossi più magra”. Disagi che ci frullano in testa e che poche persone riescono a percepire realmente, pensieri alle volte non veri ma che comunque ci portano a perdere. Perdere prima noi stessi e poi le occasioni.
L’ipocrisia è una maschera burlesca, s’imprime sulla faccia inespressiva di chi è privo di cuore e di coscienza.
Questa non è più l’epoca dove i sentimenti durano, ma quella dove si usano e si gettano.