Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
Ho sempre seguito il mio cuore, ma in un modo o nell’altro riusciva a seminarmi.
Ho sempre seguito il mio cuore, ma in un modo o nell’altro riusciva a seminarmi.
Continuo con i punto e a capo e le pause brevi d’una virgola che uso per riprendere fiato negli elenchi di cose da – non – dirti; io, che me ne starei volentieri tra parentesi, ad essere saltata come informazione forse futile, ma di precisazione, nelle letture lunghe.
A volte fisso il vuoto e rivedo certi momenti che lasciano il segno, che sembra abbiano scelto loro di essere ricordati da me e non il contrario.
Quanto vento deve passare ancora di qui? Quanto tempo ancora deve passare? Quando le foglie potranno smettere di tremare? Di tremare dalla paura di essere staccate e di essere portate lontano? Reggeranno questa volta i miei rami? Reggeranno, o verranno strappati con forza per poi cadere verso il basso, vicino alle radici, dove so che sarebbe impossibile arrivare. È troppo il rischio di spezzarsi per andare riprendersi qualcosa che non ti appartiene più. Posso solo rimanere immobile, come sempre, con lo sguardo verso l’infinito e chiedermi se il tempo che avrò a disposizione tra un soffio e l’altro sarà sufficiente. Sarà sufficiente? Sarò di nuovo pronto? Sarò in grado di resistere alla prossima raffica? Sarò ancora in grado di difendermi dal tempo che passa?
Anche la lingua italiana ha le sue imperfezioni, ad esempio consente di coniugare il verbo amare al condizionale.
Sono donna quindi amo il sapore di un complimento, il profumo di un’emozione e la dolcezza di uno sguardo. Amo sentirmi al sicuro vicino all’uomo che scelgo e desidero vederlo felice di potermi tenere al suo fianco. Ho bisogno di chi non mi faccia sentire una scelta qualunque ma quella giusta e certa. Amo me stessa prima di chiunque altro e mi metto in secondo piano se ce ne è bisogno solo per chi è pronto a mettersi in secondo piano per me quando ce ne sarà bisogno!
Le voglio bene. È una di quelle persone un po’ distratte che si fanno voler bene per forza.
Continuo con i punto e a capo e le pause brevi d’una virgola che uso per riprendere fiato negli elenchi di cose da – non – dirti; io, che me ne starei volentieri tra parentesi, ad essere saltata come informazione forse futile, ma di precisazione, nelle letture lunghe.
A volte fisso il vuoto e rivedo certi momenti che lasciano il segno, che sembra abbiano scelto loro di essere ricordati da me e non il contrario.
Quanto vento deve passare ancora di qui? Quanto tempo ancora deve passare? Quando le foglie potranno smettere di tremare? Di tremare dalla paura di essere staccate e di essere portate lontano? Reggeranno questa volta i miei rami? Reggeranno, o verranno strappati con forza per poi cadere verso il basso, vicino alle radici, dove so che sarebbe impossibile arrivare. È troppo il rischio di spezzarsi per andare riprendersi qualcosa che non ti appartiene più. Posso solo rimanere immobile, come sempre, con lo sguardo verso l’infinito e chiedermi se il tempo che avrò a disposizione tra un soffio e l’altro sarà sufficiente. Sarà sufficiente? Sarò di nuovo pronto? Sarò in grado di resistere alla prossima raffica? Sarò ancora in grado di difendermi dal tempo che passa?
Anche la lingua italiana ha le sue imperfezioni, ad esempio consente di coniugare il verbo amare al condizionale.
Sono donna quindi amo il sapore di un complimento, il profumo di un’emozione e la dolcezza di uno sguardo. Amo sentirmi al sicuro vicino all’uomo che scelgo e desidero vederlo felice di potermi tenere al suo fianco. Ho bisogno di chi non mi faccia sentire una scelta qualunque ma quella giusta e certa. Amo me stessa prima di chiunque altro e mi metto in secondo piano se ce ne è bisogno solo per chi è pronto a mettersi in secondo piano per me quando ce ne sarà bisogno!
Le voglio bene. È una di quelle persone un po’ distratte che si fanno voler bene per forza.
Continuo con i punto e a capo e le pause brevi d’una virgola che uso per riprendere fiato negli elenchi di cose da – non – dirti; io, che me ne starei volentieri tra parentesi, ad essere saltata come informazione forse futile, ma di precisazione, nelle letture lunghe.
A volte fisso il vuoto e rivedo certi momenti che lasciano il segno, che sembra abbiano scelto loro di essere ricordati da me e non il contrario.
Quanto vento deve passare ancora di qui? Quanto tempo ancora deve passare? Quando le foglie potranno smettere di tremare? Di tremare dalla paura di essere staccate e di essere portate lontano? Reggeranno questa volta i miei rami? Reggeranno, o verranno strappati con forza per poi cadere verso il basso, vicino alle radici, dove so che sarebbe impossibile arrivare. È troppo il rischio di spezzarsi per andare riprendersi qualcosa che non ti appartiene più. Posso solo rimanere immobile, come sempre, con lo sguardo verso l’infinito e chiedermi se il tempo che avrò a disposizione tra un soffio e l’altro sarà sufficiente. Sarà sufficiente? Sarò di nuovo pronto? Sarò in grado di resistere alla prossima raffica? Sarò ancora in grado di difendermi dal tempo che passa?
Anche la lingua italiana ha le sue imperfezioni, ad esempio consente di coniugare il verbo amare al condizionale.
Sono donna quindi amo il sapore di un complimento, il profumo di un’emozione e la dolcezza di uno sguardo. Amo sentirmi al sicuro vicino all’uomo che scelgo e desidero vederlo felice di potermi tenere al suo fianco. Ho bisogno di chi non mi faccia sentire una scelta qualunque ma quella giusta e certa. Amo me stessa prima di chiunque altro e mi metto in secondo piano se ce ne è bisogno solo per chi è pronto a mettersi in secondo piano per me quando ce ne sarà bisogno!
Le voglio bene. È una di quelle persone un po’ distratte che si fanno voler bene per forza.