Michelangelo Da Pisa – Tristezza
Non v’è prigione più angusta di un’ossessione.
Non v’è prigione più angusta di un’ossessione.
La paura può essere l’opportunità per guadare il fiume delle umane miserie.
La leggerezza di una lacrima che si posa dolcemente sul viso e piano piano lascia il posto ad un’altra lacrima.
Non è paura, né ombre o fantasmi, è solo non avere voglia di tuffarsi in acque non limpide.
È un triste Natale,un Natale senza addobbi oregali che possano risvegliare il mio animo.La notte lentamente scende e mentrela città si illumina a festaio mi nascondo al mondo.Scappo da questa felicità non cercata,non voglio conforto, non cercotenui sorrisi che mi doninoun flebile bagliore di speranza.Voglio solo rimanere solo con il mio dolore,un dolore che affonda le sue radicifin dove l’occhio umano non può vedere.
Si impara a sorridere davvero quando dopo le lacrime comincia una rinascita interiore che ti fa vedere il mondo e le persone con occhi diversi. Soprattutto; certe persone.
Il dolore non ha parole ma “cicatrici” profonde che vivono dentro l’anima.
La paura può essere l’opportunità per guadare il fiume delle umane miserie.
La leggerezza di una lacrima che si posa dolcemente sul viso e piano piano lascia il posto ad un’altra lacrima.
Non è paura, né ombre o fantasmi, è solo non avere voglia di tuffarsi in acque non limpide.
È un triste Natale,un Natale senza addobbi oregali che possano risvegliare il mio animo.La notte lentamente scende e mentrela città si illumina a festaio mi nascondo al mondo.Scappo da questa felicità non cercata,non voglio conforto, non cercotenui sorrisi che mi doninoun flebile bagliore di speranza.Voglio solo rimanere solo con il mio dolore,un dolore che affonda le sue radicifin dove l’occhio umano non può vedere.
Si impara a sorridere davvero quando dopo le lacrime comincia una rinascita interiore che ti fa vedere il mondo e le persone con occhi diversi. Soprattutto; certe persone.
Il dolore non ha parole ma “cicatrici” profonde che vivono dentro l’anima.
La paura può essere l’opportunità per guadare il fiume delle umane miserie.
La leggerezza di una lacrima che si posa dolcemente sul viso e piano piano lascia il posto ad un’altra lacrima.
Non è paura, né ombre o fantasmi, è solo non avere voglia di tuffarsi in acque non limpide.
È un triste Natale,un Natale senza addobbi oregali che possano risvegliare il mio animo.La notte lentamente scende e mentrela città si illumina a festaio mi nascondo al mondo.Scappo da questa felicità non cercata,non voglio conforto, non cercotenui sorrisi che mi doninoun flebile bagliore di speranza.Voglio solo rimanere solo con il mio dolore,un dolore che affonda le sue radicifin dove l’occhio umano non può vedere.
Si impara a sorridere davvero quando dopo le lacrime comincia una rinascita interiore che ti fa vedere il mondo e le persone con occhi diversi. Soprattutto; certe persone.
Il dolore non ha parole ma “cicatrici” profonde che vivono dentro l’anima.