Poteva inventarsi mille cose da fare, mettersi sui libri e ripetere, andare a correre, prendere un caffè con gli amici. Eppure la testa, la mente, il pensiero, andavano a lui. “Questa cosa piacerebbe anche a lui” “Due zollette, come piace a lui”. Era il pensiero primo tra mille altri pensieri secondari, era la canzone romantica che finalmente aveva un senso. Lui, la sua dolcezza e quella voce ormai erano singole molecole d’ossigeno, senza le quali non poteva più respirare. Era diventato “amore”, e lei di questa cosa iniziava a farsene una ragione.