Michele Tommasini – Stati d’Animo
A volte mi domando se serve, se serve a qualcosa essere così, fare quello che faccio, essere come sono.
A volte mi domando se serve, se serve a qualcosa essere così, fare quello che faccio, essere come sono.
Ora più che mai rimpiango il tempo in cui credevo bastasse tenere una lucina accesa per tenere il male fuori dal mio mondo, in cui osservavo un cielo nuvoloso e cercavo forme improbabili tra le nubi anziché imprecare per il sole coperto, quando saltavo gioiosamente in una pozzanghera anziché scansarla stizzito, in cui parlare con animali ed oggetti era un vanto, non una vergogna, un pallone arancione, un gesso ed una strada impolverata di periferia erano sufficienti a donarmi frammenti di felicità, ogni passo era un’avventura, un ginocchio sbucciato una sconfitta, la carezza di mia madre una certezza. La verità è che il tempo fugge via e non ha davvero tempo per chi perde tempo.
Si è realmente liberi quando ogni parola che esce dalla nostra bocca è dettata dal nostro cuore e dal nostro cervello.
Ecco in quel mondo buio e senza volto un a luce scende e lo trasforma in verde e blu ma poi di nuovo quella luce diventa nera e distrugge tutto, anche se il tutto è niente, e il male è il bene e la vita è morte.
Le emozioni sono come le onde del mare. Ti avvolgono in un vortice di brividi e un momento dopo ti trascinano nella profondità di un ricordo.
Non si è mai troppo lontani per trovarsi.
Sapere che c’è chi sta peggio di me non mi consola, ma mi fa capire che i miei problemi non sono così importanti.