Il mito mongolo della creazione del mondo racconta:Apparve un cane selvatico azzurro e grigioil cui destino era imposto dal Cielo.Aveva per compagna una capriola.Così comincia un’altra storia d’amore. Il cane selvatico con il suo coraggio e la sua forza; la capriola con la sua dolcezza, il suo intuito e la sua eleganza. Il cacciatore e la preda si incontrano e si amano. Secondo le leggi della natura uno dovrebbe distruggere l’altra – ma nell’amore non esistono nè bene nè male, non c’è costruzione e nemmeno distruzione: ci sono solo movimenti. E l’amore cambia le leggi della natura.Nelle steppe da cui provengo, il cane selvatico è un animale femminile. Sensibile, abile nella caccia perchè ha sviluppato il proprio istinto ma, nel contempo, timido. Non usa la forza bruta, bensì la strategia. Coraggioso e cauto, ma rapido. Nel volgere di un attimo, passa da uno stato di rilassamento totale alla tensione che gli serve per ghermire la sua preda.La capriola possiede gli attributi maschili: la velocità, la comprensione del territorio. La capriola e il cane si muovono nei rispettivi universi simbolici. Sono due realtà impossibili che, quando si incontrano, superano le rispettive nature e barriere, e rendono possibile anche il mondo. Questo è il mito mongolo: dalle nature diverse nasce l’amore. Nella contraddizione, esso acquista forza.Nel confronto e nella trasformazione, si preserva.