Monica Vitti – Personaggi famosi
A letto succede di tutto.
A letto succede di tutto.
Un attore perfettamente sano è un paradosso.
Immaginazione, il supremo piacere dell’immortale e dell’immaturo, dovrebbe avere dei limiti, per rendere la vita piena di gioia; non dovremo abusare troppo della gioia.
Nulla di superfluo è mai a buon mercato, perché ciò di cui non si ha bisogno è caro ad un soldo.
Anthony Trollope scriveva romanzi gigamentali, e li sfornava con sorprendente regolarità. Scriveva per due ore e mezzo tutte le mattine prima di recarsi al lavoro. Se allo scoccare delle due ore e mezzo, era a metà di una frase, la lasciava incompleta fino al mattino dopo. E quando gli accadeva di finire uno dei suoi pesi massimi di seicento pagine con ancora quindici minuti da trascorrere a tavolino, scriveva fine, metteva da parte il manoscritto e cominciava a lavorare a un nuovo libro.
La pazienza è una forma minore di una vana speranza come virtù.
Io credo nella Zecca onnipotente e nel figliuolo suo detto Zecchino.
Un attore perfettamente sano è un paradosso.
Immaginazione, il supremo piacere dell’immortale e dell’immaturo, dovrebbe avere dei limiti, per rendere la vita piena di gioia; non dovremo abusare troppo della gioia.
Nulla di superfluo è mai a buon mercato, perché ciò di cui non si ha bisogno è caro ad un soldo.
Anthony Trollope scriveva romanzi gigamentali, e li sfornava con sorprendente regolarità. Scriveva per due ore e mezzo tutte le mattine prima di recarsi al lavoro. Se allo scoccare delle due ore e mezzo, era a metà di una frase, la lasciava incompleta fino al mattino dopo. E quando gli accadeva di finire uno dei suoi pesi massimi di seicento pagine con ancora quindici minuti da trascorrere a tavolino, scriveva fine, metteva da parte il manoscritto e cominciava a lavorare a un nuovo libro.
La pazienza è una forma minore di una vana speranza come virtù.
Io credo nella Zecca onnipotente e nel figliuolo suo detto Zecchino.
Un attore perfettamente sano è un paradosso.
Immaginazione, il supremo piacere dell’immortale e dell’immaturo, dovrebbe avere dei limiti, per rendere la vita piena di gioia; non dovremo abusare troppo della gioia.
Nulla di superfluo è mai a buon mercato, perché ciò di cui non si ha bisogno è caro ad un soldo.
Anthony Trollope scriveva romanzi gigamentali, e li sfornava con sorprendente regolarità. Scriveva per due ore e mezzo tutte le mattine prima di recarsi al lavoro. Se allo scoccare delle due ore e mezzo, era a metà di una frase, la lasciava incompleta fino al mattino dopo. E quando gli accadeva di finire uno dei suoi pesi massimi di seicento pagine con ancora quindici minuti da trascorrere a tavolino, scriveva fine, metteva da parte il manoscritto e cominciava a lavorare a un nuovo libro.
La pazienza è una forma minore di una vana speranza come virtù.
Io credo nella Zecca onnipotente e nel figliuolo suo detto Zecchino.