Nagamu Nanaji – Libri
Quando tu mi sei vicino… ho sempre la sensazione che rimarrò ferita.
Quando tu mi sei vicino… ho sempre la sensazione che rimarrò ferita.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Se pensate di leggere questo romanzo come una favola non cominciatelo nemmeno. La favola è fuori di qui, la favola è nel nostro strazio quotidiano, nella nostra incapacità di far corrispondere quel che diciamo a quel che sentiamo.
Stà zitto! Tu non vuoi, tu non vuoi; tu non hai scelta! Ascoltami, perché il tempo è poco. Ora, tieni il coltello davanti a te… così. Non è solo il coltello che deve tagliare, è la tua stessa mente. Devi pensarlo. Quindi, fà così: poni a tua mente proprio sulla punta del coltello. Concentrati, ragazzo. Metti a fuoco la tua mente. Non pensare alla tua ferita. Guarirà. Pensa alla punta del coltello. È lì che ti trovi. Ora tasta, con quella, piano piano, dolcemente. Stai cercando un’apertura così piccola che non potresti mai vederla con i tuoi occhi, ma la punta del coltello la troverà, se tu poni in quel punto la tua mente. Tasta nell’aria fino a che non trovi la più piccola piccola aperturina del mondo.
Un romanzo è una impressione, non un argomento.
Due debolezze non fanno una debolezza maggiore, ma una forza nuova.
La mamma mi ha insegnato che bisogna sempre guardare avanti. Bisogna agire secondo un piano se fai una mossa sbagliata sei finita.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Se pensate di leggere questo romanzo come una favola non cominciatelo nemmeno. La favola è fuori di qui, la favola è nel nostro strazio quotidiano, nella nostra incapacità di far corrispondere quel che diciamo a quel che sentiamo.
Stà zitto! Tu non vuoi, tu non vuoi; tu non hai scelta! Ascoltami, perché il tempo è poco. Ora, tieni il coltello davanti a te… così. Non è solo il coltello che deve tagliare, è la tua stessa mente. Devi pensarlo. Quindi, fà così: poni a tua mente proprio sulla punta del coltello. Concentrati, ragazzo. Metti a fuoco la tua mente. Non pensare alla tua ferita. Guarirà. Pensa alla punta del coltello. È lì che ti trovi. Ora tasta, con quella, piano piano, dolcemente. Stai cercando un’apertura così piccola che non potresti mai vederla con i tuoi occhi, ma la punta del coltello la troverà, se tu poni in quel punto la tua mente. Tasta nell’aria fino a che non trovi la più piccola piccola aperturina del mondo.
Un romanzo è una impressione, non un argomento.
Due debolezze non fanno una debolezza maggiore, ma una forza nuova.
La mamma mi ha insegnato che bisogna sempre guardare avanti. Bisogna agire secondo un piano se fai una mossa sbagliata sei finita.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Se pensate di leggere questo romanzo come una favola non cominciatelo nemmeno. La favola è fuori di qui, la favola è nel nostro strazio quotidiano, nella nostra incapacità di far corrispondere quel che diciamo a quel che sentiamo.
Stà zitto! Tu non vuoi, tu non vuoi; tu non hai scelta! Ascoltami, perché il tempo è poco. Ora, tieni il coltello davanti a te… così. Non è solo il coltello che deve tagliare, è la tua stessa mente. Devi pensarlo. Quindi, fà così: poni a tua mente proprio sulla punta del coltello. Concentrati, ragazzo. Metti a fuoco la tua mente. Non pensare alla tua ferita. Guarirà. Pensa alla punta del coltello. È lì che ti trovi. Ora tasta, con quella, piano piano, dolcemente. Stai cercando un’apertura così piccola che non potresti mai vederla con i tuoi occhi, ma la punta del coltello la troverà, se tu poni in quel punto la tua mente. Tasta nell’aria fino a che non trovi la più piccola piccola aperturina del mondo.
Un romanzo è una impressione, non un argomento.
Due debolezze non fanno una debolezza maggiore, ma una forza nuova.
La mamma mi ha insegnato che bisogna sempre guardare avanti. Bisogna agire secondo un piano se fai una mossa sbagliata sei finita.