Norberto Bobbio – Uomini & Donne
Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze.
Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze.
Essere donna è qualcosa di così strano, di così confuso e di così composito che nessun predicato può esprimerlo, mentre a voler usare molti predicati, si contraddicono in modo tale che solo una donna riesce a sopportarlo e a sentirvisi felice.
Anche con l’inchiostroniente è più nascostodel palesemente esposto.
C’è una ragione, se hai trovato questa foto. C’è una ragione, se nessuno l’ha reclamata. E c’è una ragione, se oggi l’hai presa. Era destinata a te soltanto.
Essere grandi significa aver costruito sulla propria anima e sui propri valori. Essere grandi significa essere ultimi, malgrado la gente veda in te sempre uno dei migliori. Essere grandi significa essere umili, non di parole ma di fatti. Essere grandi significa solo una cosa: ascoltare il cuore sempre e fare della verità sempre e comunque una spada di giustizia.
Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.
A volte ho l’impressione di essere donna, perché amo col cuore. A volte ho l’impressione di essere un cane, perché sono troppo fedele. A volte ho l’impressione di essere una rosa, perché sono bello (dentro) ma ho le mie spine. A volte ho l’impressione di essere una stella, perché ci sono sempre anche nelle notti nuvolo… se… ma sono solo un uomo e vorrei fosse solo un’impressione.
Essere donna è qualcosa di così strano, di così confuso e di così composito che nessun predicato può esprimerlo, mentre a voler usare molti predicati, si contraddicono in modo tale che solo una donna riesce a sopportarlo e a sentirvisi felice.
Anche con l’inchiostroniente è più nascostodel palesemente esposto.
C’è una ragione, se hai trovato questa foto. C’è una ragione, se nessuno l’ha reclamata. E c’è una ragione, se oggi l’hai presa. Era destinata a te soltanto.
Essere grandi significa aver costruito sulla propria anima e sui propri valori. Essere grandi significa essere ultimi, malgrado la gente veda in te sempre uno dei migliori. Essere grandi significa essere umili, non di parole ma di fatti. Essere grandi significa solo una cosa: ascoltare il cuore sempre e fare della verità sempre e comunque una spada di giustizia.
Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.
A volte ho l’impressione di essere donna, perché amo col cuore. A volte ho l’impressione di essere un cane, perché sono troppo fedele. A volte ho l’impressione di essere una rosa, perché sono bello (dentro) ma ho le mie spine. A volte ho l’impressione di essere una stella, perché ci sono sempre anche nelle notti nuvolo… se… ma sono solo un uomo e vorrei fosse solo un’impressione.
Essere donna è qualcosa di così strano, di così confuso e di così composito che nessun predicato può esprimerlo, mentre a voler usare molti predicati, si contraddicono in modo tale che solo una donna riesce a sopportarlo e a sentirvisi felice.
Anche con l’inchiostroniente è più nascostodel palesemente esposto.
C’è una ragione, se hai trovato questa foto. C’è una ragione, se nessuno l’ha reclamata. E c’è una ragione, se oggi l’hai presa. Era destinata a te soltanto.
Essere grandi significa aver costruito sulla propria anima e sui propri valori. Essere grandi significa essere ultimi, malgrado la gente veda in te sempre uno dei migliori. Essere grandi significa essere umili, non di parole ma di fatti. Essere grandi significa solo una cosa: ascoltare il cuore sempre e fare della verità sempre e comunque una spada di giustizia.
Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.
A volte ho l’impressione di essere donna, perché amo col cuore. A volte ho l’impressione di essere un cane, perché sono troppo fedele. A volte ho l’impressione di essere una rosa, perché sono bello (dentro) ma ho le mie spine. A volte ho l’impressione di essere una stella, perché ci sono sempre anche nelle notti nuvolo… se… ma sono solo un uomo e vorrei fosse solo un’impressione.