Ornella Iennaco – Vita
La vita è preziosa. Tu invece di stare lì, a piangerti addosso, corri e fattene una.
La vita è preziosa. Tu invece di stare lì, a piangerti addosso, corri e fattene una.
La vita ha una grande, grandissima sala d’attesa. Fissi la porta di quell’ascensore che speri si spalanchi all’improvviso. C’eri arrivata, eri lì, ti avrebbe portato in alto, lì a quel settimo cielo di cui avevi sempre sognato le nuvole e gli angeli, ma qualcuno più veloce l’ha chiamato prima di te; pensavi andasse su, invece l’hanno chiamato da sotto: avrebbe fatto meglio a far salire te! E le vite di tutti sono porte scorrevoli di ascensori di antichi palazzi che hanno dentro storie, quadri appesi a chiodi arrugginiti, stanze, segrete, sotterranei, armadi abitati da scheletri, pareti umide e qualche ornamento sfarzoso qua e là. Quanti ritardatari e quanta gente rimasta giù in questa grandissima sala d’attesa. Si fanno anche bell’incontri di tanto in tanto, altre volte brutti, ma ad accomunarci questa stessa necessità di raccontarci le vite e di quella volta in cui abbiamo perso l’ascensore e siamo rimasti a terra. Non ti resta che aspettare che la porta si apra per portarti a casa tua, lì al piano che ti è stato assegnato.
Scrivere la storia è un modo di sbarazzarsi del passato.
Ci sono cose che non puoi più riprendere.Ci sono cose che se ne vanno perché tu sei arrivato in ritardo.Ci sono cose che scorrono troppo in fretta, ma sono incancellabili.Ci sono cose che il tempo allontana e divide.Ci sono cose che non si possono fare perché non siamo liberi.
Scrivere è una forma sociale accettabile di schizofrenia.
Le cose straordinarie, sono quei momenti singolari, che rendono splendenti i banali tempi.
In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto.
La vita ha una grande, grandissima sala d’attesa. Fissi la porta di quell’ascensore che speri si spalanchi all’improvviso. C’eri arrivata, eri lì, ti avrebbe portato in alto, lì a quel settimo cielo di cui avevi sempre sognato le nuvole e gli angeli, ma qualcuno più veloce l’ha chiamato prima di te; pensavi andasse su, invece l’hanno chiamato da sotto: avrebbe fatto meglio a far salire te! E le vite di tutti sono porte scorrevoli di ascensori di antichi palazzi che hanno dentro storie, quadri appesi a chiodi arrugginiti, stanze, segrete, sotterranei, armadi abitati da scheletri, pareti umide e qualche ornamento sfarzoso qua e là. Quanti ritardatari e quanta gente rimasta giù in questa grandissima sala d’attesa. Si fanno anche bell’incontri di tanto in tanto, altre volte brutti, ma ad accomunarci questa stessa necessità di raccontarci le vite e di quella volta in cui abbiamo perso l’ascensore e siamo rimasti a terra. Non ti resta che aspettare che la porta si apra per portarti a casa tua, lì al piano che ti è stato assegnato.
Scrivere la storia è un modo di sbarazzarsi del passato.
Ci sono cose che non puoi più riprendere.Ci sono cose che se ne vanno perché tu sei arrivato in ritardo.Ci sono cose che scorrono troppo in fretta, ma sono incancellabili.Ci sono cose che il tempo allontana e divide.Ci sono cose che non si possono fare perché non siamo liberi.
Scrivere è una forma sociale accettabile di schizofrenia.
Le cose straordinarie, sono quei momenti singolari, che rendono splendenti i banali tempi.
In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto.
La vita ha una grande, grandissima sala d’attesa. Fissi la porta di quell’ascensore che speri si spalanchi all’improvviso. C’eri arrivata, eri lì, ti avrebbe portato in alto, lì a quel settimo cielo di cui avevi sempre sognato le nuvole e gli angeli, ma qualcuno più veloce l’ha chiamato prima di te; pensavi andasse su, invece l’hanno chiamato da sotto: avrebbe fatto meglio a far salire te! E le vite di tutti sono porte scorrevoli di ascensori di antichi palazzi che hanno dentro storie, quadri appesi a chiodi arrugginiti, stanze, segrete, sotterranei, armadi abitati da scheletri, pareti umide e qualche ornamento sfarzoso qua e là. Quanti ritardatari e quanta gente rimasta giù in questa grandissima sala d’attesa. Si fanno anche bell’incontri di tanto in tanto, altre volte brutti, ma ad accomunarci questa stessa necessità di raccontarci le vite e di quella volta in cui abbiamo perso l’ascensore e siamo rimasti a terra. Non ti resta che aspettare che la porta si apra per portarti a casa tua, lì al piano che ti è stato assegnato.
Scrivere la storia è un modo di sbarazzarsi del passato.
Ci sono cose che non puoi più riprendere.Ci sono cose che se ne vanno perché tu sei arrivato in ritardo.Ci sono cose che scorrono troppo in fretta, ma sono incancellabili.Ci sono cose che il tempo allontana e divide.Ci sono cose che non si possono fare perché non siamo liberi.
Scrivere è una forma sociale accettabile di schizofrenia.
Le cose straordinarie, sono quei momenti singolari, che rendono splendenti i banali tempi.
In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto.