Oscar Wilde – Matrimonio
Le ragazze non sposano mai gli uomini con cui civettano. Pensano che non stia bene.
Le ragazze non sposano mai gli uomini con cui civettano. Pensano che non stia bene.
Non serve avere una fede al dito se non si è legati dentro.
È sempre facile essere gentili con le persone di cui non ci importa nulla.
Uno dopo l’altro si alzano i sottili veli di grazia scura, e a grado a grado le cose si vedono restituire le loro forme e i loro colori, e vediamo l’alba rifare il mondo nel suo disegno antico. Gli esangui specchi risplendono la loro vita imitativa. Le candele spente stanno in piedi là dove le abbiamo lasciate, e accanto a loro giace il libro semisfogliato che stavamo studiando, o il fiore con un filo di metallo per gambo che abbiamo portato al ballo, o la lettera che non abbiamo avuto il coraggio di leggere, o che abbiamo letto troppo spesso. Nulla ci sembra mutato. Dalle ombre irreali della notte ritorna la vita reale che ben conosciamo. Dobbiamo riprenderla là dove abbiamo smesso, ed ecco che si impossessa di noi il terribile senso della necessità di continuare a spendere la nostra energia nella stessa noiosa routine di abitudini stereotipate, o forse il selvaggio desiderio di poter aprire i nostri occhi su un mondo rinnovellatosi nella tenebra per il nostro piacere, un mondo in cui le cose abbiano forme e colori nuovi, e sia mutato, o abbia altri segreti, un mondo in cui il passato abbia poco o nessun posto.
Spesso il matrimonio finisce subito dopo quel magico sì.
La storia delle donne è la storia della peggiore forma di tirannia che il mondo abbia conosciuto: quella del debole che domina il forte. È l’unica tirannia che resiste al mondo.
Non ho bisogno di denaro. Solo chi paga i conti ne ha bisogno. Io i miei non li saldo mai.