Oscar Wilde – Stati d’Animo
La gioia suprema di essere padre è intesa veramente da pochi uomini; la maternità invece, da tutte le donne, anche le più depravate.
La gioia suprema di essere padre è intesa veramente da pochi uomini; la maternità invece, da tutte le donne, anche le più depravate.
Libera di essere me stessa. Questa la più grande libertà. Me stessa sempre, comunque, dovunque e con chiunque.
Perché il cuore gela e la paura fa da padrona, se il tuo amore è lo stesso respiro che mi dà aria? Perché t’allontano e soffro nella mia silente pazzia?
Quello che più mi rattrista è che devo aspettare la notte per poter realizzare i miei sogni.
Ma sapete una cosa? Il problema sono io. La colpa è mia, mia e basta. Sono io a credere determinate cose, io a cambiar umore per ogni piccolo dettaglio. A volte anche assurdi. Se le persone mi parlano in un certo modo, più affettuoso, io ci credo. Se si distaccano, se son più freddi, lo stesso. Per colpa mia. Se mi si viene data qualche attenzione in più, più di un abbraccio dalla stessa persona, più di un bacio sulla fronte, sui capelli, se passa per la radio più di una volta la stessa canzone, lui la canta guardandomi, io ci credo. Credo ai dettagli. Io mi affeziono. Io inizio a pensare a quei piccoli gesti, di mattina, di pomeriggio, di sera. La colpa è soltanto mia, ci casco. La colpa è mia che so di affezionarmi subito alle persone, nonostante sappia già di sbatterci la testa. Nonostante sappia di farmi male. Nonostante tutto.
Quando una persona a cui teniamo si allontana da noi, il mondo ci crolla addosso, trascorriamo giorni e giorni a cercare una spiegazione e a interrogarci sul motivo di questa scelta. Soffriamo, ci sentiamo perduti, ma non ci rendiamo conto che forse la vera vittoria è stata quella di perderla, perché se avesse tenuto a noi non se ne sarebbe andata.
A volte una manciata di parole causa più sofferenza di cento pugnali piantati nel cuore.