Oscar Wilde – Uomini & Donne
Le donne non hanno niente da dire, ma lo dicono benissimo.
Le donne non hanno niente da dire, ma lo dicono benissimo.
Le donne hanno il compito di aprire gli occhi degli uomini.
Noi donne, angeli e diavoli. Noi, che non ci fermiamo un secondo ne con la mente ne con il corpo. Abbiamo energie da vendere, risorse nascoste di forza e coraggio. Versiamo lacrime per sciocchezze, per piccole parole di troppo e restiamo spesso deluse e ferite perché la nostra onestà e lealtà non viene ripagata a dovere. Innamorate troppo spesso di uomini sbagliati, di coloro che egoisticamente sanno chiedere ma mai dare. Noi che cerchiamo la bellezza dei sentimenti puri e finiamo sempre nella rete di persone meschine e finte. Noi che non ci arrendiamo mai, che veniamo distrutte mille volte, ma troviamo sempre la forza e il modo di rialzarci. Siamo donne e niente e nessuno ci può cambiare. Amateci per quello che siamo, per i nostri momenti lunatici. Per quei silenzi non spiegati, per le parole di rabbia e la fragilità che mostriamo in alcuni casi. Amateci in qualunque modo perché questo siamo.
Siamo come cavalieri in un mondo senza principesse.
La principessa era lontana dal farsi scrupoli; era anzi malvagia quanto può esserlo una donna, il che non è poco, giacché il gentil sesso tiene a una qualche superiorità in ogni competizione.
“Me ne vado, ciao”. “No resta qui con me. Non dobbiamo parlare per forza, possiamo anche rimanere abbracciati, guardarci negli occhi e piangere quanto vogliamo. Ci stringeremo più forte e ci asciugheremo le lacrime a vicenda, per poi addormentarci vicini e svegliarci ancora con gli occhi tutti rossi e ridere dei capelli scompigliati dell’altro. Non andartene, ti prego.”
“Tu sei mia”, “io sono tuo”. Pronomi e aggettivi (p)ossessivi nella grammatica sentimentale sono da penna rossa. Da sempre li identifico con il potere di fatto su una cosa. Una cosa, comprendi? Temo chi crede di poter possedere un altro essere umano, anche perché due entità corrono più rapidamente se libere nella stessa direzione, anziché una legata all’altra da reciproche catene.