Patrizia Arico – Frasi sulla Natura
L’alba avvolge i nostri sogni in silenzi dorati, solo le onde fuggiasche ci destano.
L’alba avvolge i nostri sogni in silenzi dorati, solo le onde fuggiasche ci destano.
Devi osservare e amare la natura con gli occhi dell’anima, e anche rispettarla, ella è la nostra stessa vita!
Uno stormo di balestrucci che partono per i paesi caldi sono come le nostre illusioni che volano via insieme.
L’uomo persevera nello sfidare la natura.Non capirà mai che dovrebbe “arruffianarsela”.
Togliere per dare è sempre egoistico. Chi riceve, riceve un vestito regale, e il cielo gioielli senza valore, ma non cambia quello che era prima. Questo vestito lo copre solamente, e brucia in un inferno costruito con la luce. Un Padre, per amore, forse scambia i ruoli perché i suoi figli godano nel paradiso di sangue. Converte il bene con il male, e il male con il bene, ma l’essere non ha forme da cambiare, è una legge che l’apparenza non inganna. Cambiare l’essere è odio, volontà distruttiva, che nemmeno la croce può mutare. Questa conoscenza improvvisamente è usata per depredare ed avere, mutare l’essere in qualcosa che la natura non può sostenere. Per guardare la propria immagine e non vedere la vera forma del futuro, anche se le sue tracce si vedono guardando attentamente. Così, il sapere di macellare lo spirito per cambiarsi d’abito, da dove arriva? Usarlo in questo modo, inappropriato, di parte, mette Dio e gli angeli sotto una nuova luce: queste conoscenze le hanno avute da altri, in un tempo che il cielo non ricorda. Non fuggono dalla loro vera essenza neanche in questo modo. Soprattutto, neanche in questo modo. L’acqua nuova del mutamento ha raddoppiato la velocità del moto degli atomi, e questa bellezza infine, brucerà il mondo che Dio e gli angeli vogliono per sempre, e loro stessi non potranno fare a meno di vedersi come l’unico male che volevano distruggere vedendolo solo al di fuori di loro. Il Paradiso sarà la… perdita definitiva.
C’è talmente tanta umanità in questa capacità di amare gli alberi, talmente tanta nostalgia dei nostri primi stupori, talmente tanta forza nel sentirsi così insignificanti in mezzo alla natura… sì, è proprio questo: l’evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell’amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall’altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice.
D’inverno si ode un bisbiglio di segreti che il mare finalmente rilassato dal vociare dell’estate racconta al vento, di quell’amore sbocciato sulla riva, e di un’incontro d’amore di sera, di una signora che silenziosamente si lasciava corteggiare, di una vedova che guardando l’orizzonte si perdeva nei suoi ricordi, del chiasso allegro dei bimbi e i papà che costruivano castelli. Quante cose il mare racconta… il vento si è fermato ad ascoltare.
Devi osservare e amare la natura con gli occhi dell’anima, e anche rispettarla, ella è la nostra stessa vita!
Uno stormo di balestrucci che partono per i paesi caldi sono come le nostre illusioni che volano via insieme.
L’uomo persevera nello sfidare la natura.Non capirà mai che dovrebbe “arruffianarsela”.
Togliere per dare è sempre egoistico. Chi riceve, riceve un vestito regale, e il cielo gioielli senza valore, ma non cambia quello che era prima. Questo vestito lo copre solamente, e brucia in un inferno costruito con la luce. Un Padre, per amore, forse scambia i ruoli perché i suoi figli godano nel paradiso di sangue. Converte il bene con il male, e il male con il bene, ma l’essere non ha forme da cambiare, è una legge che l’apparenza non inganna. Cambiare l’essere è odio, volontà distruttiva, che nemmeno la croce può mutare. Questa conoscenza improvvisamente è usata per depredare ed avere, mutare l’essere in qualcosa che la natura non può sostenere. Per guardare la propria immagine e non vedere la vera forma del futuro, anche se le sue tracce si vedono guardando attentamente. Così, il sapere di macellare lo spirito per cambiarsi d’abito, da dove arriva? Usarlo in questo modo, inappropriato, di parte, mette Dio e gli angeli sotto una nuova luce: queste conoscenze le hanno avute da altri, in un tempo che il cielo non ricorda. Non fuggono dalla loro vera essenza neanche in questo modo. Soprattutto, neanche in questo modo. L’acqua nuova del mutamento ha raddoppiato la velocità del moto degli atomi, e questa bellezza infine, brucerà il mondo che Dio e gli angeli vogliono per sempre, e loro stessi non potranno fare a meno di vedersi come l’unico male che volevano distruggere vedendolo solo al di fuori di loro. Il Paradiso sarà la… perdita definitiva.
C’è talmente tanta umanità in questa capacità di amare gli alberi, talmente tanta nostalgia dei nostri primi stupori, talmente tanta forza nel sentirsi così insignificanti in mezzo alla natura… sì, è proprio questo: l’evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell’amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall’altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice.
D’inverno si ode un bisbiglio di segreti che il mare finalmente rilassato dal vociare dell’estate racconta al vento, di quell’amore sbocciato sulla riva, e di un’incontro d’amore di sera, di una signora che silenziosamente si lasciava corteggiare, di una vedova che guardando l’orizzonte si perdeva nei suoi ricordi, del chiasso allegro dei bimbi e i papà che costruivano castelli. Quante cose il mare racconta… il vento si è fermato ad ascoltare.
Devi osservare e amare la natura con gli occhi dell’anima, e anche rispettarla, ella è la nostra stessa vita!
Uno stormo di balestrucci che partono per i paesi caldi sono come le nostre illusioni che volano via insieme.
L’uomo persevera nello sfidare la natura.Non capirà mai che dovrebbe “arruffianarsela”.
Togliere per dare è sempre egoistico. Chi riceve, riceve un vestito regale, e il cielo gioielli senza valore, ma non cambia quello che era prima. Questo vestito lo copre solamente, e brucia in un inferno costruito con la luce. Un Padre, per amore, forse scambia i ruoli perché i suoi figli godano nel paradiso di sangue. Converte il bene con il male, e il male con il bene, ma l’essere non ha forme da cambiare, è una legge che l’apparenza non inganna. Cambiare l’essere è odio, volontà distruttiva, che nemmeno la croce può mutare. Questa conoscenza improvvisamente è usata per depredare ed avere, mutare l’essere in qualcosa che la natura non può sostenere. Per guardare la propria immagine e non vedere la vera forma del futuro, anche se le sue tracce si vedono guardando attentamente. Così, il sapere di macellare lo spirito per cambiarsi d’abito, da dove arriva? Usarlo in questo modo, inappropriato, di parte, mette Dio e gli angeli sotto una nuova luce: queste conoscenze le hanno avute da altri, in un tempo che il cielo non ricorda. Non fuggono dalla loro vera essenza neanche in questo modo. Soprattutto, neanche in questo modo. L’acqua nuova del mutamento ha raddoppiato la velocità del moto degli atomi, e questa bellezza infine, brucerà il mondo che Dio e gli angeli vogliono per sempre, e loro stessi non potranno fare a meno di vedersi come l’unico male che volevano distruggere vedendolo solo al di fuori di loro. Il Paradiso sarà la… perdita definitiva.
C’è talmente tanta umanità in questa capacità di amare gli alberi, talmente tanta nostalgia dei nostri primi stupori, talmente tanta forza nel sentirsi così insignificanti in mezzo alla natura… sì, è proprio questo: l’evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell’amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall’altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice.
D’inverno si ode un bisbiglio di segreti che il mare finalmente rilassato dal vociare dell’estate racconta al vento, di quell’amore sbocciato sulla riva, e di un’incontro d’amore di sera, di una signora che silenziosamente si lasciava corteggiare, di una vedova che guardando l’orizzonte si perdeva nei suoi ricordi, del chiasso allegro dei bimbi e i papà che costruivano castelli. Quante cose il mare racconta… il vento si è fermato ad ascoltare.