Patrizia Jenco – Ricordi
Guardare senza vedere è come sognare senza ricordare.
Guardare senza vedere è come sognare senza ricordare.
I nostri passati sono così simili. Così simili. Sono passati di ricordi che assomigliano a vetri appannati dall’umidità dell’autunno. Possiamo scriverci il nome sopra e annullarli.
Ci sono sogni che ti riportano indietro nel tempo, sogni che ti portano dai ricordi. E poi ci sono sogni che ti riportano chi non c’è più, che ridanno la vita, a chi la vita non ha più. Sono sogni con la voce, sogni con la luce nello sguardo. Sono sogni con le parole, le parole che avevi tu.
Ci sono ricordi che donano ancora brividi sulla pelle quando li rivivi nella mente.
– Lo sai perché non mi sono ancora uccisa? Dopo aver subito sulla mia pelle le mani che hanno scagliato mio figlio dalle mura di Troia, lo sai perché non mi uccido?[…]Perché la dolcezza dei miei ricordi è pur sempre maggiore dell’orrore di quel massacro. Ed essi mi sono talmente cari che solo per quelli ho la forza di vivere. La morte, anche di quelli mi priverebbe. Ettore mio, solo e unico amore, il mio bambino adorato, morirebbero del tutto e per sempre. La mia vita, benché miserabile, benché piena di vergogna, prolunga la loro. Senza di essa anche il loro ricordo sarebbe spento per sempre.
I ricordi ci accarezzano l’anima e ci aiutano a non cancellare ciò che in passato ci ha emozionato. I ricordi sono il nostro collegamento col tempo che va. Custodiamoli in un posto del nostro cuore, fanno parte del passato. Viviamo però il presente affinché non ci sfuggano momenti di vita che saranno i nostri ricordi di domani.
La speranza è la capacità di trasformare i sogni in realtà.