Paul Mehis – Sogno
Tanti osteggiano il sognare altrui, ma nelle loro parole puoi coglierci la delusione di non aver saputo realizzare i propri.
Tanti osteggiano il sognare altrui, ma nelle loro parole puoi coglierci la delusione di non aver saputo realizzare i propri.
È meglio parlare dei propri sogni, cercare di realizzarli con il rischio del fallimento, lasciare che gli altri ti denigrino, piuttosto che stare fermi. Perché alla fine sono proprio loro che potrebbero prendersi i meriti delle tue idee.
Quando si arriva a toccare un sogno, poi non ci si libera più di quella polvere che rimane fra le pieghe delle mani. Quella polvere d’oro, che una volta ha fatto volare ali, che nemmeno sospettavi di possedere.
Quando sogni ad occhi aperti, stai già vivendo il sogno nella tua realtà.
Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato, e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso.
Qualche volta, quando le cose vanno particolarmente male, la mia mente mi regala un sogno felice.
Quando si crede veramente in una cosa, ecco che tutto sembra prendere la forma della realtà e abbandonare quella del sogno.